PESCARA Niente paura, se anche il fondale del porto di Pescara dovesse rimanere in queste condizioni, le imbarcazioni che decideranno di investire sull'Abruzzo per i collegamenti turistici con Croazia e Montenegro potranno navigare tranquillamente. Ne è sicuro Daniele Becci, presidente della Camera di commercio di Pescara, che ha pubblicato il bando che finanzia chi volesse attivare collegamenti tra Pescara e l'altro lato dell'Adriatico. Ne è sicuro perché è stato a sua volta confortato dal direttore marittimo Luciano Pozzolano, alla luce di quanto accaduto una settimana fa con l'arenamento della petroliera Galatea all'imbocco del porto. La nave resta al largo, ma Pozzolano tre giorni fa ha emesso una nuova ordinanza per l'accesso al porto. La navigazione all’interno della darsena commerciale è stata abbassata di mezzo metro: si è passati dai 5 metri massimi di pescaggio, consentiti fino alla scorsa settimana, agli attuali 4 metri e mezzo. Una precauzione che è stata assunta per evitare che altre imbarcazioni possano arenarsi nello specchio d’acqua, nonostante la prima parte dei lavori di dragaggio sia conclusa da soltanto pochi mesi. «Nessuna preoccupazione», dice Becci convinto, «i risultati delle nuove batimetrie descrivono un fondale di 4,90 metri circa, e a fine mese dovrebbe partire una nuova parte di lavori, come auspicato dalla direzione marittima. Nel bando che abbiamo pubblicato il limite di pescaggio massimo per le imbarcazioni che possono partecipare è di tre metri, quindi c'è da star tranquilli. Aspettiamo solo il 5 maggio e siamo curiosi di visionare le proposte». Quanto a una ripresa urgente dei lavori annunciata da Pozzolano, Becci non è per nulla sorpreso: «Dovrebbe essere una nuova fase, non invasiva e che comunque andava fatta al più presto». Anche gli armatori dello scalo si esprimono sull'imminente nuovo dragaggio. Sono stanchi e sfiniti perché non possono programmare alcuna attività. Prima l'attesa per gli interventi, poi 14 mesi di lavori, ora un incidente e nuovi lavori. «Noi ci svegliamo la mattina e non sappiamo se potremo lavorare, è sempre un'incognita», dice Giovanni Verzulli dell'associazione Armatori di Pescara. «I fatti, sistematicamente, ci danno ragione. Oggi una nave si arena e ci si accorge che il fondale è insufficiente, quando lo dicevamo noi nessuno ci ha ascoltato», prosegue, «e non si dica che i pescherecci non hanno problemi. Ce li abbiamo anche noi». Verzulli spiega che, specie in prossimità delle banchine, doveva essere fatto un altro tipo di lavoro: «Abbiamo difficoltà perché sulle banchine c'è un fondale di due metri e mezzo, contro i 4,5 che avevamo richiesto insistendo dallo scorso mese di maggio». Gli armatori dicono di essere in difficoltà dal primo giorno che si sono rimessi in mare perché ogni giorno non hanno la certezza di poter uscire per andare a lavorare. Una soddisfazione, però, Verzulli se la toglie: «Il dragaggio è stato fatto per merito nostro, per le nostre proteste. Se non ci fossimo fatti sentire il fiume non sarebbe stato dragato. E così, con l'alluvione come quella dello scorso dicembre, Pescara si sarebbe allagata del tutto».
Il 5 maggio scade il bando
PESCARA. Scadrà il 5 maggio prossimo il termine per presentare domanda per ottenere il finanziamento della Camera di commercio di Pescara ed attivare collegamenti oltre l'adriatico. L'avviso dell'ente camerale rivolto alle compagnie di navigazione chiede proposte concrete per lo sviluppo di collegamenti con Croazia, Grecia, Albania, Montenegro. La Camera di commercio è disponibile a favorire lo start up, limitatamente al 2014 e la loro prosecuzione nel biennio successivo. L'azione avrà un valore complessivo di 100mila euro per il primo anno, 60 mila per il secondo e 40mila per il terzo, Iva compresa.