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Pescara, 24/11/2024
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Data: 29/04/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Verso le regionali in Abruzzo - D’Ambrosio mette D’Alfonso all’angolo. Si sospende dal Pd e fa preparare i manifesti. «Voglio vedere chi avrà il coraggio di rinunciare ai miei voti. Io sono più pulito degli altri»

PESCARA Il buon Giorgio si vede dal mattino, quando il faccione serafico di D'Ambrosio fa capolino in piazza Italia per dettare le condizioni a Luciano D'Alfonso. Sì, proprio lui, l'ex sindaco di Pianella, ex presidente dell'Ato, ex leader del partito dell'acqua, trattato come un reietto dal Pd, che prima lo ha candidato alle Regionali e poi lo ha estromesso, lascia il cerino in mano a Luciano Ovunque. D'Ambrosio ha trovato casa all'ultimo momento nel Centro democratico di Bruno Tabacci ed è scoppiato il finimondo, con il centrosinistra chiedere la sua testa o, in alternativa, l'uscita di Centro democratico dalla coalizione. La risposta di D'Ambrosio non si è fatta attendre: «Mi autosospendo dal Pd, cui sono iscritto, però non rinuncio a correre. Sono già in campagna elettorale e porterò acqua al mulino del centrosinistra, se lo vorrà, altrimenti andrò da solo. Vediamo chi ha il coraggio di rinunciare ai miei voti e a quelli della mia lista». Nel pomeriggio, il quattro volte sindaco di Pianella si è fiondato ad Avezzano dove il presidente nazionale di Centro democratico, Bruno Tabacci, ha ribadito che «nessuno può darci lezioni di moralità e la presenza in lista di Giorgio D'Ambrosio non si discute». Non ci sarà il passo indietro del candidato "cancellato" dal Pd e nemmeno della stessa lista alla quale il centrosinistra in blocco aveva chiesto di uscire dalla coalizione "Insieme per il nuovo Abruzzo". Una spaccatura profonda, insanabile secondo Luciano D'Alfonso che resta alla presa di posizione di tutte le liste che lo sostengono quale candidato presidente alla Regione: «Io sto alla nota congiunta dei partiti - ha ribadito D'Alfonso - e a quella mi attengo. L'aut aut rimane valido e mi aspetto decisioni conseguenti. D'Ambrosio? Io penso alla Regione», ha chiuso il discorso, come se D'Ambrosio fosse candidato alle elezioni condominiali... Comunque, a dispetto del sorriso a 32 denti, dell'espressione ieratica e delle dichiarazioni ufficiali, D'Alfonso non ha molte alternative: far finta di nulla e ingoiare il "rospo" D'Ambrosio oppure rompere con Centro democratico. Cui prodest? «Non prodest a D'Alfonso - replica sicuro D'Ambrosio - mentre io e Centro democratrico siamo pronti ad andare da soli». Non c'è livore nelle parole dell'ex sindaco di Pianella, anzi, oggi più che mai appare serafico, ma le sue parole pesano come macigni: «Sembra che io sia diventato un appestato, eppure sono stato assolto dall'unico processo che ho subìto. Ho firmato il codice etico del Pd e, se permettete, mi ritengo più pulito degli altri, sfido chiunque a dire il contrario». Però, non appena il suo nome è stato inserito in lista è saltata la polveriera: «Volete sapere chi mi ha fatto fuori? E' stato il segretario regionale del partito Silvio Paolucci che, motu proprio, mi ha tolto dalla lista. E io cosa dovevo fare, restarmene con le mani in mano? Non se ne parla neanche, da buon democristiano ho la scorza e so resistere alla bufera, così sono andato avanti». A D'Alfonso, poi, D'Ambrosio manda una cartolina con dedica: «Se vuole perdere le elezioni faccia pure, sottostando ai ricatti dell'Italia dei valori che già nel 2008, a colpi di veti su questo e quel candidato, distrusse il centrosinistra consegnando la Regione alla destra». Ma, insistiamo, stavolta c'è un documento unitario della coalizione, sottoscritto dallo stesso D'Alfonso, che pone un diktat: «Per fortuna siamo in democrazia - ammonisce - e decidono gli elettori, non un re o un imperatore che impone le decisioni dall'alto e gli altri tutti zitti a dire "signorsì". Se poi D'Alfonso si ritiene tale si sbaglia di grosso e lo toccherà con mano alle elezioni». Una promessa più che una minaccia, come quella con la quale D'Ambrosio ricorda al candidato presidente: «Voglio proprio vedere come faranno a fare a meno dei nostri voti, tenuto conto che Sel e Italia dei valori praticamente non esistono più e che al centrosinistra porteranno una manciata di voti». Ultimo pensierino ad Adelchi Sulpizio, coordinatore provinciale di Centro democratico che si è stracciato le vesti per la "scandalosa" candidatura: «Siamo pronti a commissariare il partito a Pescara, a cominciare da Sulpizio», ha chiosato D'Ambrosio.

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