Analizza l’impatto della crisi globale sull’economia abruzzese attraverso diversi punti di vista. Il volume «L’economia abruzzese nella crisi globale» a cura di Marcella Mulino, professore ordinario di Politica Economica e Politica Europea nell’Università dell’Aquila, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, esamina grazie ai contributi di molti studiosi, la situazione dell’economia dell’Abruzzo da diversi punti di vista e con un attenzione particolare agli aspetti finanziari e creditizi e ai loro effetti sul settore produttivo e sulle piccole imprese; ma esso affronta anche l’evoluzione delle politiche del lavoro in un quadro di grave difficoltà del mercato nazionale e regionale. L’appuntamento con gli autori è per giovedì 8 maggio alle 16,30 al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila.di Marina Marinucci wL’AQUILA Certezze sul fronte delle risorse e l’avvio di una trattativa, non più rinviabile, con l’Unione europea. Di questo e di come andare a colmare i vuoti prodotti dalla mancanza di una legge ad hoc per L’Aquila, si è discusso nell’incontro con il sottosegretario con delega alla Ricostruzione Giovanni Legnini. Un appuntamento promosso dalla senatrice del Pd Stefania Pezzopane che ha chiamato a raccolta sindaci, sindacati, categorie professionali e i coordinatori degli Uffici speciali. Il primo passo per l’elaborazione, a cinque anni dal sisma, di una proposta legislativa condivisa, che consenta a tutti gli attori della ricostruzione di lavorare in modo spedito. Una legge delega, o meglio ancora – questa la proposta di Legnini – un atto di indirizzo parlamentare che il governo dovrà tradurre poi in iniziativa legislativa. Una strada più rapida rispetto ai tempi, che rischiano di diventare troppo lunghi, necessari per portare in porto una legge delega. Ma ieri si è parlato soprattutto delle questioni ancora sul tappeto, quelle a cui il provvedimento legislativo – attraverso le proposte che il territorio riuscirà a formulare – dovrà dare risposte celeri e concrete. «A giugno avremo finito i soldi», ha subito tagliato corto il sindaco Massimo Cialente tornato a chiedere nuove risorse per il 2014 e poi un flusso certo e continuo di fondi, così da poter rispettare il cronoprogramma della ricostruzione. Quindi, il rapporto con l’Unione europea. «È in ballo una partita che merita un viaggio a Bruxelles, da organizzare a stretto giro di posta, per fare chiarezza sulla possibilità di accendere mutui con la Cassa depositi e prestiti o con dei pool di banche. È un negoziato che va avviato subito, anche in vista del semestre a guida italiana, perché altrimenti si rischia di fare i conti senza l’oste». Cialente ha poi introdotto altre questioni, quali la «necessità di ritoccare i tempi per le istruttorie, oggi troppo stretti con il risultato di dover fronteggiare una valanga di ricorsi al Tar». Per Cialente, così come per Paolo Aielli, coordinatore dell’ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, il tempo previsto per le istruttorie va fissato in 150 giorni. Sulla necessità di risolvere una volta per tutte la questione relativa alle risorse, è intervenuto anche Emilio Nusca, coordinatore dei piccoli comuni, «altrimenti», ha detto, «nel 2034 saremo ancora qui a parlare delle stesse cose». E poi il problema della restituzione delle tasse «che», ha detto Massimiliano Mari Fiamma (Piccole e medie imprese), «richiede un intervento deciso da parte del governo». L’Ance, attraverso, il presidente regionale Enrico Ricci, si è detta «favorevole a un riordino normativo», il tutto sollecitando, però, «certezza anche sui fondi per le anticpazioni». E ancora, il caso dei precari, «senza i quali», è stato da più parti ribadito, «la ricostruzione rischia di incagliarsi». Legnini ha ascoltato tutti (tra i presenti anche l’onorevole Antonio Castricone (Pd) e la senatrice Enza Blundo (M5S), per poi chiudere l’incontro con una serie di impegni. «Ho la consapevolezza», ha detto l’uomo di governo, del tanto che, nonostante il caos dovuto alla mancanza di un quadro normativo e finanziario, sta funzionando. Ma il da fare è tanto e il problema delle risorse è prioritario. La prossima settimana faremo una ricognizione dei fondi stanziati e poi procederemo con il provvedimento Cipe per l’assegnazione delle nuove risorse». Quindi il confronto con l’Ue e la sistemazione del quadro normativo.