AVEZZANO Il paradosso: i trenini a motore diesel della dismessa linea Avezzano-Roccasecca stanno sostituendo i convogli a trazione elettrica della sinistrata linea Pescara-Avezzano-Roma. Ecco, manca soltanto la riattivazione della locomotiva a vapore, quella che inaugurò la ferrovia nel 1888. Il guasto all'alimentazione tra Carsoli e Tivoli permane e si sta tentando di tamponare la situazione con rimedi estemporanei. Passerà ancora altro tempo, considerato che una cosiddetta "terna", ovvero un segmento di linea elettrica da 66000 Volts, è fuori servizio da oltre un decennio a causa del furto di cavi di rame, mai sostituiti. Non migliora affatto l'umore dei passeggeri, più inferociti che mai. Senza tanti giri di parole, secondo gli addetti ai lavori che raccomandano il più stretto anonimato, il punto è il seguente: da anni manca una adeguata manutenzione della linea. E, per questa ragione, i guasti si ripeteranno ad ogni stormir di fronde. Immaginate per un attimo il calvario di un viaggiatore che, partendo da Pescara con bagagli e figli al seguito, debba raggiungere la capitale. Parte da Pescara ma, giunto ad Avezzano, deve scendere dal treno e salire sul trenino diesel fino a Tivoli. Qui, scendere di nuovo e imbarcarsi su un treno metropolitano oppure scegliere il trasbordo su un autobus sostitutivo. Più che un'avventura, una vera follìa. «La cosa più grave - lamenta Giuliano Occhiuzzi, pendolare martire della linea - è la supponenza di coloro che operano a vari livelli di responsabilità sulla tratta».
Racconta: «Alle 18,45 da Roma arrivo a Tivoli e chiedo quando si riparte per l'Abruzzo. Mi rispondono tra una ventina di minuti. Alle 19,26 aspetto ancora il treno delle 18,33. Noi povericristi continuiamo a pagare dei servizi che puntualmente ci vengono negati. Ma, per fortuna, maggio si avvicina. Moretti è già andato via e speriamo sia stato il primo di una lunga lista. Oggi, tanto per dire, per andare e tornare da Tagliacozzo a Roma, abbiamo impiegato oltre otto ore». Per decenza, non riferiamo apprezzamenti e commenti che, in coro, pendolari studenti e passeggeri occasionali rivolgono all'intera classe politica abruzzese, nonchè ai dirigenti di Trenitalia e Reti Ferroviarie Italiane. Tutti completamente sordi alle richieste che da anni vengono loro rivolte da coloro che del treno non possono fare a meno. «Dopo il 25 maggio - sottolinea Franco De Nuntiis - certi personaggi si accorgeranno chi avrà pagato il conto più salato. Noi continueremo ad arrangiarci. Ma loro cosa faranno?».