Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.948



Data: 30/04/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
La scorta di Chiodi si fa più stretta. Da quindici giorni il governatore controllato da Digos e Carabinieri «Io non ho paura, anche se non conosco i motivi di questa decisione»

TERAMO Da quindici giorni è seguito in ogni suo spostamento. Il presidente uscente della Regione Abruzzo è sotto minaccia. Massimo riserbo da parte degli investigatori su cosa sia successo e da quale parte proverrebbe la minaccia. Di fatto la campagna elettorale di Gianni Chiodi è blindatissima. Il giorno prima tutti gli appuntamenti e gli spostamenti devono essere comunicati e gli uffici di digos e reparto informativo dei carabinieri preparano la scorta. Ogni giorno uomini a turno che si danno il cambio quando cambia la giurisdizione territoriale. Chiodi sotto scorta perché minacciato. Il servizio di sicurezza è stato disposto dall’Ucigos, Ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali, oggi trasformato in Direzione centrale della polizia di prevenzione, incardinato presso il Ministero dell'Interno. La richiesta proverrebbe dalla Procura di Torino. La minaccia sarebbe stata raccolta in Piemonte, C'è massimo riserbo sul provvedimento e sui motivi correlati. Le minacce però sarebbero così concrete da indurre il Ministero a prevedere la scorta. Il suo nome emerso nell'ambito di una inchiesta condotta dalla procura piemontese. Tante le ipotesi che si possono collegare a Chiodi. In Piemonte è forte il movimento No Tav, che ha ramificazioni in provincia di Teramo, dove è stata posta agli arresti un’esponente anarchica. Ma difficile pensare collegamenti diretti tra il governatore abruzzese e il movimento che non vuole l’alta velocità. Più possibili collegamenti tra Chiodi e la ricostruzione dell’Aquila, ai tentativi, fino ad ora riusciti, di evitare infiltrazioni malavitose. Un regime edilizio che ha evitato giochi sporchi sui mattoni della ricostruzione. Ma la questione che più ha preso Chiodi in questi anni, con tagli e chiusure di rubinetti per evitare dispersioni di denaro è stata quella legata alla sanità, al rientro dal debito. Chiodi non conferma nulla, dichiarandosi completamente ignaro di cosa stia accadendo e su cosa si stia indagando. «Mi seguono ogni istante, anche se vado al bagno», racconta il candidato presidente alla Regione del centrodestra. «No non ho paura, mi sento protetto da queste presenze. Sono rimasto incredulo quando mi hanno comunicato che ci sarebbero state persone a farmi da scorta. Non conosco ragioni e motivi, so che ci sono indagini in corso. Se è stata ravvisata questa necessità non posso che ritenerla una misura precauzionale importante». La giornata di Gianni Chiodi però è cambiata. «Ogni giorno la scorta si confronta con la mia segreteria, ci sono precise disposizioni da seguire. Anche situazioni estemporanee devono essere tempestivamente comunicate. io volevo mantenere il più stretto riserbo ma in molti si sono accorti di come sono circondato. La cosa strana, l’unica sensazione strana, è che ti rendi conto che qualche callo sicuramente lo hai pestato per l’interesse generale. Togliere interessi particolari a qualcuno non è piaciuto. Non è piaciuto il lavoro che ho svolto». Così Chiodi fa amicizia con i suoi angeli custodi. «Quelle che ho avuto in questi giorni sono persone straordinarie. In ogni provincia in cui vado cambiano le persone. Certo è una campagna elettorale diversa dalla precedente, ma non la influisce e non la pregiudica. Se è per la mia sicurezza sono contento, nonostante lo Stato stia sostenendo costi importanti per questo. Ne sono grato e riconoscente. Se lo fanno c’è un motivo».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it