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Pescara, 24/11/2024
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Data: 01/05/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ial Cisl, vertici condannati a risarcire 23,5 milioni. Condanna esemplare decisa dalla Corte dei conti sulla maxi-truffa all’ente di formazione

Per la procura della Corte dei Conti non vi è dubbio: avrebbero svuotato le casse dell’ente di formazione, Ial Cisl regionale, mettendo in piedi una truffa stimata in 23 milioni e mezzo di euro. Ma i giudici contabili, si sa, non scherzano e ora i quattro presunti artefici della mega truffa dovranno risarcire «con il vincolo della solidarietà», la Regione Abruzzo dell'intera somma. Una sentenza singolare quella emessa dai giudici Luciano Calamaro, Federico Pepe ed Elena Tomassini che per la quale Marco Michetti, di 41 anni di Pescara, Francesco Gizzi di 53 anni sempre di Pescara, Bruno Colombini di 69 anni di Pescara e Claudio Graziani di 59 anni di Teramo, a vario titolo amministratori di vertice dello Ial Cisl negli anni 2000-2007, sono stati condannati con l'accusa di aver distratto l'ingente somma del finanziamento statale ed europeo (iniziativa comunitaria Equal).
L'indagine dei magistrati contabili ha preso le mosse da quella penale (avviata nel 2007) a seguito di un esposto da parte del commissario straordinario dello Ial Cisl Abruzzo Molise che denunciava il buco milionario nei conti dell’ente: una voragine enorme che come hanno evidenziato i giudici contabili, «ha portato al fallimento dell'ente operante sin dal 1955».
Secondo gli accertamenti della Guardia di finanza, l'Ente avrebbe ottenuto finanziamenti pubblici pari a 30 milioni di euro: di questi, 24 milioni sarebbero stati effettivamente erogati. Le truffe sarebbero state realizzate grazie a una serie di artifici: documenti falsi per ottenere l’accreditamento di corsi dalla Regione; corsi di formazione con allievi privi di requisiti e false attestazioni di presenze; conti manipolati. I corsi “fantasma” sarebbero stati 454.
L'elenco è lunghissimo, e comprende la sovraffatturazione degli importi per la fornitura di materiale informatico grazie a fornitori compiacenti, mentre revisori contabili avrebbero certificato la genuinità di tutti i rendiconti presentati alla Regione, di fatto privi dei documenti necessari. Sarebbero stati inoltre creati conti correnti in cui «far confluire le risorse finanziarie e somme di denaro indebitamente sottratte».
Secondo i giudici contabili parte delle somme sono state utilizzate anche per viaggi e campagne elettorali, acquisto di titoli azionari, Motivando l'ingente restituzione della somma (quantificata anche dai mancati versamenti previdenziali all'Inps) i giudici contabili evidenziano infine anche il fatto che «il finanziamento era finalizzato alla riqualificazione formativa di una vasta platea di giovani, non realizzato per l'attività posta in essere dai convenuti».

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