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Pescara, 24/11/2024
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Data: 03/05/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Il governatore dà forfait, Acerbo contro D’Alfonso che annuncia: Gelmini e Di Matteo assessori. E la Marcozzi confessa in tv: votai Chiodi

CHIETI Una poltrona resta vuota. Gianni Chiodi non si presenta nella tv delle cliniche private. E non avvisa Rete 8 del suo forfait. Ma ci sono gli altri: Maurizio Acerbo, che scatena l’armata rossa contro Luciano D’Alfonso, Sara Marcozzi che confessa di aver votato Chiodi alle scorse elezioni e D’Alfonso che annuncia i primi due assessori: Marco Gelmini, comunista doc, e Donato Di Matteo, leggi partito dell’acqua. Il primo faccia a faccia in tv tra gli aspiranti presidenti della Regione è orfano dell’uscente che non può rispondere al colpo basso di D’Alfonso che, a metà della trasmissione-fiume, in onda ieri sera e condotta dal direttore, Pasquale Pacilio, cita la “stanza 114”, e parla di politica della pornografia. L’assenza di Chiodi però sposta il baricentro dello scontro. Acerbo sgancia siluri (leggi Toto e progetto pronto per la bonifica di Bussi) contro l’ex sindaco di Pescara. Incalzato dalle domande del caporedattore Rai, Silvano Barone, di Claudio Valente (il Messaggero), Lorenzo Colantonio (il Centro) e del padrone di casa, Pacilio, Acerbo lancia su D’Alfondo una bomba, che non è d’acqua, chiamata D’Ambrosio. La risposta è da dribbling: D’Alfonso non cade nel tranello ma rilancia. Dice che avrà 300mila voti, afferma di aver già vinto e zittisce (o cerca di farlo) Acerbo annunciando che farà assessore Gelmini, che non lo sa neppure. Infine cala sul tavolo da gioco, del tressette col morto (visto che il quarto manca) un carico da 90, meglio dire da 160: quel Di Matteo, che la sinistra estrema vede come la kryptonite per Superman ma che D’Alfonso piazzerà in giunta «se prenderà molti voti». Il leader di Rifondazione lo irrita, lo si capisce dall’acredine di un paio di risposte di D’Alfonso. Ma il vero antagonista di questi è la Marcozzi, in abiti non griffati ma da studentessa al primo anno di Scienze politiche, che raccoglie i consensi del popolo degli arrabbiati, rubandoli ad Acerbo, al punto che sui post a cinque stelle di Facebook scrive già più 39 nei sondaggi. Così la più velenosa delle risposte dalfonsiane è rivolta a lei quando taccia le “fiaccolate e... certi ingegneri”. Ma è una frase cifrata, solo chi è di Chieti può capirlo.In due ore e mezzo di tv si parla di tutto: sanità da rivoltare come un calzino, trasporti in rosso, Arpa con 40 milioni di buco, annunci di salvataggi, quindi di Aca, arresti e spese elettorali. A proposito: D’Alfonso dice che spenderà 60mila euro (ma non ha risposto alla domanda: chi li caccia?), mentre la Marcozzi parla di 3mila euro. Già, Sara Marcozi, avvocato cresciuto nello studio legale Legnini, che rimane stretta tra due litiganti, e una poltrona vuota, come la foto che pubblichiamo, sintesi del faccia a faccia tra aspiranti governatori. Quando Pacilio le domanda per chi ha votato nel 2008, lei non ha timore di confessare di aver votato Chiodi. Ma aggiunge: «Mi sono pentita, non lo rivoterò». Le crediamo

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