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Pescara, 24/11/2024
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Data: 04/05/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Da non credere - Autista de "La Panoramica" «punito» perché si presenta al lavoro in anticipo. Rischia la sospensione per 3 giorni. Ricorso al giudice contro la censura

CHIETI Troppo assurdo per essere vero, ma poiché la realtà spesso supera la fantasi più galoppante, ci si deve arrendere. Lettera di richiamo a un conducente della ditta di trasporti de «La Panoramica» di Chieti perché non riesce proprio a togliersi il "vizietto" di arrivare al lavoro troppo... presto. Esatto, c’è scritto proprio presto, e non tardi; in anticipo e non in ritardo; prima, non dopo. E questo non va affatto bene secondo qualche burocrate che si deve essere formato nelle scuole dove si applica il metodo letterario di Kafka o di Beckett. Aspettando Godot, che non arriva mai, l’autista de «La Panoramica» si permette infatti di arrivare prima che scatti il suo turno. E vaglielo a spiegare ai colleghi, agli impiegati, agli operai e persino ai viaggiatori, che c’è chi non si cura delle loro "abitudini" e vuole per forza distinguersi dagli altri. E così, tanto per far capire che con i regolamenti interni e con i cronoprogrammi non si scherza affatto, l’azienda ha addirittura censurato il dipendente. Con una lettera recapitata mercoledì, dove c’è la contestazione nero su bianco. Ben gli sta a presentarsi in "violazione" del turno. C’era da scommettere che l’autista non l’avrebbe presa bene. E l’ha presa talmente poco bene che ha deciso di non bere neanche uan goccia dell’amaro calice del provvedimento disciplinare e di non passarci sopra. Sentendosi leso nella sua dignità di lavoratore, nella sua immagine e nella sua professionalità maturata in ben 35 anni, ha deciso di rivolgersi a un avvocato teatino, Walter De Cesare, dandogli mandato a impugnare il richiamo davanti al giudice del lavoro. «È soprattutto una questione di principio – spiega Luciano Dell’Osa –, considerando che ho sempre svolto il mio lavoro con serietà e passione, quindi le ragioni di un tale provvedimento mi sembrano incomprensibili». In effetti è difficile dargli torto. E Dell’Osa puntualizza: «Se dovessi arrivare con i 10 minuti di anticipo previsti dagli accordi, non riuscirei nemmeno a dare il cambio al collega, figuriamoci a fare tutte le operazioni preliminari previste prima di iniziare il servizio e recarsi al capolinea. Io arrivo prima per una mia sicurezza e per la mia tranquillità». Ma allora è questione di straordinari? «Macché - risponde subito - io non ho mai chiesto niente, neanche un centesimo, e non pretendo niente». E aggiunge: «La mia abitudine di arrivare in anticipo ha spesso risolto problemi di servizio, e infatti ho sostituito colleghi che la mattina non erano arrivati in tempo. Ciò sta a dimostrare anche la mia disponibilità nei confronti dell’Azienda e della regolarità del servizio. Vengo invece ripagato con una lettera di contestazione». Una novità, per lui. «Mai niente del genere in tutti questi anni, mai un problema e mai un appunto». Solo che adesso qualcuno ritiene la strana "abitudine" di arrivare prima una inescusabile violazione al regolamento. Ma cosa rischia in astratto l’autista, se non si atterrà ad arrivare al lavoro con i canonici dieci minuti in anticipo e neanche uno di più? Lo spiega lui stesso: «Due o tre giorni di sospensione... Ditemi se è una cosa accettabile». Un eccesso di zelo ritenuto da punire. Ma la formula potrebbe funzionare anche al contrario: cioè, qualcuno che per eccesso di zelo su questa vicenda potrebbe essere punito dal giudice. Ma la carta bollata era proprio necessaria?

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