CHIETI Arriva con troppo anticipo al lavoro e l’azienda gli spedisce a casa una lettera di richiamo. È accaduto nella società "La Panoramica ", che gestisce il servizio di pubblico trasporto a Chieti e che ha censurato un suo dipendente, che ha maturato 35 anni di lavoro. Motivo? L'abitudine di arrivare in notevole anticipo per prendere servizio. A nulla sono valse le dichiarazioni del conducente a sua discolpa, se di colpa si tratta. «Se dovessi arrivare con i soli 10 minuti di anticipo, così come previsto dagli accordi» spiega Luciano Dell’Osa «non riuscirei nemmeno a dare il cambio al collega, figuriamoci a fare tutte le operazioni preliminari previste prima di iniziare il servizio e recarsi al capolinea». Il dipendente, che ha all'attivo 35 anni di servizio presso l'azienda, precisa: «Voglio sottolineare che questa mia abitudine di arrivare in anticipo ha spesso risolto problemi di servizio, prestandomi a sostituire colleghi che la mattina non si erano svegliati in tempo, il che dimostra anche la mia disponibilità nei confronti dell’«azienda e della regolarità del servizio». Il dipendente proprio non ci sta, e sentendosi leso nella sua dignità, immagine e professionalità ha deciso di affidarsi al suo legale per l'impugnazione del richiamo. «E' soprattutto una questione di principio» spiega Dell’Osa «considerando che ho sempre svolto il mio lavoro con serietà e passione, quindi le ragioni di un tale provvedimento mi sembrano incomprensibili. Incomprensibili soprattutto se pensiamo a quante lettere di richiamo ogni anno vengono inviate dalle aziende italiane ad alcuni lavoratori non proprio puntualissimi, cui ora se ne aggiunge una arrivata per eccesso di zelo. Il mondo del lavoro cambia, a volte in maniera inspiegabile».I vertici dell’azienda non battono ciglio lasciando ad intendere che il «problema» è stato più volte discusso con il dipendente che però farebbe orecchi da mercante. «In una azienda ci sono delle regole che vanno rispettate» puntualizza il direttore della Panoramica, Sandro Chiacchiaretta, «e la regola vuole che i lavoratori diano il cambio ai colleghi dieci minuti prima del cambio di turno. Se tutti facessero come Dell’Osa sarebbe l’anarchia». Ma il cartellino viene timbrato regolarmente un’ora prima. Un problema anche sul fronte della retribuzione. Gli straordinari, infatti, si devono pagare.