Scontro al Senato tra Governo e sindacati. Il segretario generale Susanna Camusso attacca l'idea di imporre sanzioni alle imprese che sforano il limite. "Mi pare che si continui a sancire la precarietà come strada che si vuole utilizzare. Così si toglie l'unico argomento e si passa alle sanzioni pecuniarie che è un modo per dire che non c'è più un vincolo e un'idea di limitazione e che ci sarà un uso illimitato, e anche illegittimo, di forme di lavoro a termine". Parla a margine delle Giornate del lavoro in corso a Rimini. La Cgil si dice perplessa circa l'annuncio del governo di voler legare questo decreto al contratto unico, a tutele crescenti. "Così il contratto unico resta un mistero della fede e la sensazione è che la distanza tra una volontà dichiarata e i provvedimenti emanati sia sempre più ampia", continua Camusso per la quale bisogna decidere se il lavoro è lo strumento con cui si esce dalla crisi o se è sufficiente continuare a svalorizzarlo. L'unica strada, invece, ribadisce ancora, "è il lavoro". Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è stato invitato al congresso della Cgil ma il sindacato non ha ricevuto informazioni sulla sua eventuale partecipazione. "Noi non abbiamo ricevuto comunicazioni sarebbe un segnale di assenza di rispetto per una grande organizzazione, ma come sempre non è la presenza del premier a legittimare il congresso", ha concluso la Camusso. Ieri sera, il ministro Giuliano Poletti, si è detto fiducioso in una rapida conversione del decreto: "Le valutazioni espresse da esponenti della maggioranza mi confermano nella convinzione che le proposte di emendamento presentate dal sottosegretario Bobba a nome del governo sono considerate un buon punto di mediazione tra le posizioni emerse nel corso dell'esame del provvedimento. Per questo sono fiducioso in una rapida approvazione del testo". Di segno opposto le valutazioni di FI: "Di cosa dovrebbe essere contento Sacconi di far pagare ulteriori sanzioni alle imprese che assumono giovani? Nella resa di Sacconi c'è un esplicito invito a non assumere per non incorrere in costosissime penali. Sacconi come la Fornero fa pagare alle imprese la cambiale della Cgil" commentano i senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, Alessandra Mussolini e Anna Cinzia Bonfrisco. Dal fronte sindacale si fanno sentire anche i leader di Cisl, Raffaele Bonanni: "Quando l'azienda sbaglia e va oltre il tetto del 20 per cento sull'utilizzo dei contratti a termine la vera sanzione è obbligarla ad assumere a tempo indeterminato i lavoratori perché l'azienda vuole evadere proprio da questa situazione. Ecco perché la vera pena non è quella pecuniaria. In questo modo - aggiunge - il contratto a tempo determinato non aprirebbe mai alla stabilità del rapporto di lavoro, neanche quando si ritiene il lavoratore più che idoneo per le esigenze dell'impresa. E' un emendamento davvero bizzarro di chi sostiene di venir incontro alle esigenze dei lavoratori". La Uil si esprime a favore del decreto. Luigi Angeletti: "Credo che si debba approvare subito il decreto. La multa al posto dell'assunzione se si sfora il tetto del 20 non è un problema, perché tanto le aziende non sono disposte a pagare. Hanno già cominciato a dire che la multa è troppo elevata. La multa elevata è un sufficiente deterrente. La cosa migliore", ha precisato Angeletti, "sarebbe stata che la percentuale per i contratti a termine sull'insieme dell'organico fosse stabilita, come avveniva nel passato, per via contrattuale".