ROMA La crisi economica molla lentamente la presa. Ma intanto il Censis valuta gli effetti prodotti in questi anni. Confermando una sensazione diffusa: le differenze sociali si allargano. È un Paese sempre più diseguale nella distribuzione delle risorse finanziarie quello che esce dalla recessione. Fa un certo effetto, ad esempio, scoprire che i 10 uomini più ricchi d’Italia dispongono di un patrimonio complessivo di circa 75 miliardi di euro. Vale a dire quello che circa 500 mila famiglie operaie mettono insieme a fatica. Secondo i numeri, inoltre, poco meno di 2mila italiani molto facoltosi dispongono di un patrimonio complessivo superiore a 169 miliardi di euro. Il che vuol dire che lo 0,003% della popolazione possiede una ricchezza pari a quella del 4,5% di quella totale. «Le distanze nella ricchezza sono cresciute nel tempo - osserva il Censis - il patrimonio di un dirigente è pari a 5,6 volte quello di un operaio, mentre era pari a circa 3 volte vent’anni fa. Il patrimonio di un libero professionista è pari a 4,5 volte quello di un operaio (4 volte vent’anni fa) .
LE DISTANZE SI ALLARGANO
La concentrazione della ricchezza in poche mani ha effetti pesanti sulle condizioni di vita delle persone. Negli anni della crisi (tra il 2006 e il 2012), i consumi familiari annui degli operai si sono ridotti, in termini reali, del 10,5%, quelli degli imprenditori del 5,9%, quelli degli impiegati del 4,5%, mentre i consumi dei dirigenti hanno registrato una contrazione che si è fermata al 2,4%. «Distanze già ampie che si allargano, dunque - rilevano i ricercatori del Censis, e alla corsa verso il ceto medio tipica degli anni ‘80 e ‘90 si è sostituita oggi una fuga in direzioni opposte, con tanti che vanno giù e solo pochi che riescono a salire. In questa situazione è alto il rischio di un ritorno al conflitto sociale». In questo clima, gli 80 euro al mese di bonus fiscale in arrivo da fine maggio piovono come manna dal cielo. Ma il Censis non è affatto convinto che il taglio alle tasse voluto da Renzi avrà affetti significativi sull'economia. Dipenderà dalle scelte future del governo. Così se Palazzo Chigi troverà le coperture facendo in modo tale che il bonus venga replicato anche oltre i 2014, si prevede un incremento della spesa per consumi di 3,1 miliardi di euro. In caso contrario, ben 5 milioni di beneficiari useranno il bonus esclusivamente per risparmi e pagamento debiti, per un ammontare di 3,3 miliardi.