«La bad company con l’intervento dello Stato è inaccettabile». Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi sbarra la strada all’ipotesi di trasferire tutti i debiti in una società ad hoc in modo da consegnare a Etihad una sorta di nuova Alitalia ripulita e alleggerita. Lupi ha quindi ribadito come il governo intende muoversi: si valuteranno le conclusioni della trattativa sul piano industriale che sarà presentato, dove si vedranno quali saranno gli investimenti e quali gli obiettivi di medio e lungo periodo, quindi anche la ricaduta occupazionale.
Il tema per Lupi è quello di «un rilancio industriale della compagnia dove i privati investano con efficienza e lo Stato, se può, deve fare un passo indietro».
Il ministro poi boccia la richiesta di Etihad di collegare gli aeroporti all'alta velocità. «Non esiste che Etihad ponga questa condizione che invece è una questione del sistema Paese. Contrapporre le ferrovie al trasporto aereo infatti sarebbe uno sbaglio». La trattativa entrerà nel vivo oggi con l’incontro ad Abu Dhabi dell’ad di Alitalia Del Torchio e i vertici della compagnia emiratina. Lo schema cui si sta lavorando prevede la formazione di una newco, partecipata al 100% dagli attuali soci Cai, con tutti gli asset ad eccezione del debito e dei potenziali contenziosi pregressi. Debito e contenziosi che resterebbero nella «old Alitalia», partecipata sempre al 100% dagli attuali soci, senza il coinvolgimento diretto o indiretto di risorse pubbliche. Solo dopo la creazione della newco, ci sarebbe la sottoscrizione di un aumento di capitale da parte di Etihad, che arriverebbe a detenere una quota fra il 40 e il 49%. Quella della newco è comunque una delle ipotesi sul tavolo per sciogliere il nodo del debito, che Etihad chiede di neutralizzare. Restano in campo anche le strade che portano alla trasformazione di una parte del debito in equity o a una parziale ristrutturazione del credito vantato dalle banche.