I tagli alle municipalizzate, chiesti espressamente dal decreto Salva Roma, partono dall’Atac. In attesa che nel piano di rientro venga ridefinito tutto il quadro delle aziende del gruppo di Roma Capitale, il primo risparmio è già stato messo, nero su bianco, nel bilancio di previsione approvato dalla giunta. Il piano degli investimenti per funzioni e servizi, infatti, prevede per l’anno in corso la cifra di 416.657.653 euro, contro i 463 milioni e spicci del 2013 tra trasporto di superficie, metropolitane e parcheggi di scambio (le tre ferrovie concesse sono di competenza della Regione). Un taglio del 10 per cento secco che rappresenta soltanto l’inizio, visto che il bilancio pluriennale 2013-2015, varato lo scorso dicembre, prevedeva già per quest’anno una riduzione di oltre il 20 per cento della spesa complessiva del Campidoglio per i contratti di servizio.
1,4 mld
La spesa complessiva del Comune di Roma per i contratti
di servizio nel 2013
Ma la prima sforbiciata ai trasferimenti costringerà l’azienda di via Prenestina ad avviare subito la riorganizzazione del servizio, così come era stato indicato a inizio anno dall’assessore alla mobilità Guido Improta.
LA PROROGA
Anche perché fino a ora - e sono già passati più di quattro mesi dall’inizio dell’anno - l’Atac aveva lavorato grazie alla proroga del contratto di servizio del 2013. Adesso, però, si trova a dover far fronte a un taglio potenzialmente retroattivo, perché riferito all’intero anno solare. E la riorganizzazione dovrà essere seria e profonda, a partire dalle linee con minore utilizzo da parte dei romani. La prima tranche del piano partirà già questo mese, con la soppressione di una ventina di linee. Successivamente si agirà anche su frequenze e orari, riducendo i passaggi degli autobus soprattutto nelle ore serali e su percorsi ultra-periferici.
IL FUTURO
I costi dovranno essere ulteriormente ridotti. Nell’ultimo bilancio pluriennale si ricordava come, per effetto del decreto legge sulla finanza locale, emanato dal Governo lo scorso 31 agosto, «al fine di assicurare il contenimento della spesa e la salvaguardia degli equilibri di bilancio, gli importi dei contratti di servizio stipulati con le società e gli enti direttamente o indirettamente controllati, nonché dei contributi riconosciuti agli enti aziende e organismi non societari, sono ridotti rispetto alla previsione definitiva 2012 di 300,25 milioni per l’annualità 2014 e di 476,19 milioni per l’annualità 2015».
Insomma, bisogna arrivare a un risparmio (almeno) del 20-25 per cento rispetto al recente passato, che potrà essere ottenuto grazie alle misure che saranno inserite, da qui al 4 luglio, nel piano di riequilibrio triennale dei conti capitolini. Anche perché negli ultimi dieci anni soltanto l’Atac ha collezionato un rosso totale da 1,6 miliardi, ponendo un pesante fardello sulle casse di Palazzo Senatorio. L’amministrazione comunale dovrà presentare al governo un piano che parta proprio dalla «ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate», che significa piani di esubero e di ricollocazione del personale di municipalizzate come Atac e Ama. Per le due aziende capitoline più grandi è previsto l’obbligo di «adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi» anche «ricorrendo alla liberalizzazione».