PESCARA Tornavano in Abruzzo per sei-otto settimane; il tempo di preparare le conserve di pomodoro, fare una visita alle persone care che sono rimaste in Italia, accompagnare i nipotini a scuola finché arrivava il momento di ripartire. Ora, a due anni dallo stop improvviso del volo diretto Pescara-Toronto, gli emigranti abruzzesi in Canada chiedono a gran voce il ripristino del collegamento aereo. Lo fanno attraverso Vilma Mancini, emigrata in Canada all’età di un anno con i genitori. Nell’era dei social network aprire la cassetta della posta e trovarsi nelle mani una busta gialla accuratamente imballata, con la scritta «Air mail -Par avion» spedita il 25 aprile, fa un certo effetto, perché riporta alla mente immagini che fanno parte della memoria collettiva dell’Abruzzo. Tutti gli abruzzesi conoscono bene quelle buste gialle e quel logo, perché tutti gli abruzzesi hanno parenti sparsi per il mondo. Ed è proprio a una lettera così che Vilma, due anni fa, ha affidato il messaggio diretto ai vertici della Regione e della Saga. Nessuno si è preso la briga di risponderle. «Qui in Canada - sottolinea - quando si scrive a un ufficio pubblico, al presidente di una compagnia o a un pubblico ufficiale, è normale ricevere almeno la conferma dell’avvenuta ricezione della corrispondeza. Fino a oggi, a eccezione del Comune di Sant’Eufemia, non ho mai ricevuto alcuna risposta dall’Italia». Nella lettera Vilma spiegava i motivi per i quali «troncare la route era devastante su tanti livelli, con disagi non solo per i passeggeri, ma anche per l’impatto negativo sull’economia della zona abruzzese, già abbattuta. Ho voluto dare voce alle migliaia di persone che si sono sentite colpite da questa decisione. È una grande perdita economica per l’Abruzzo. Nella città di Pescara - prosegue Vilma - i negozianti hanno detto che nell’estate si vedeva la differenza quando arrivava il volo da Toronto. A dicembre scorso ho visto tanti negozi chiusi. Mette tristezza. Ho visto solo bar aperti, ma quanti cappuccini e caffè devono vendere per pagare l’affitto? Ora, dopo due anni, la mancanza del volo è molto sentita. Tanti italo-canadesi, in particolare i seniors, semplicemente hanno rinunciato a fare un viaggio in Abruzzo perché per loro è troppo complicato. Che provvedimenti ha preso la Saga? Tsc ha voli per Roma, Venezia e Lamezia. Hanno voli per Atene che ha una crisi terribile, voli per Instambul, malgrado le manifestazioni nelle strade. Tsc preferisce avere queste destinazioni piuttosto che Pescara? Che farà la Saga per il futuro? Ci sono altro tour operators, e Tsc non è certo l’unica compagnia. I politici e gli amministratori dell’aeroporto hanno cercato altre opzioni? La Regione dovrebbe prendere in considerazione questo perché gli emigranti votano, hanno ricostruito e continuano a ristrutturare le case dove sono nati e per fare questo prendono lavoratori della zona, pagano le tasse, le bollette». E una volta, quando c’era il volo, tornavano ogni anno.