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Pescara, 24/11/2024
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Data: 07/05/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Porto, alt al Consiglio. Esplode la rabbia della marineria. Salta la seduta straordinaria. De Camillis: non è urgente. Gli operatori: non lavoriamo, per noi è un’emergenza

PESCARA Il rischio concreto è che il porto venga chiuso per la seconda volta tra settembre e ottobre e che i 15 milioni di euro, già disponibili per la canalizzazione del tratto finale del fiume, vengano dirottati su qualche altra infrastruttura statale. Ieri mattina, dopo un lungo tira e molla, l’ufficio di presidenza del consiglio comunale ha bloccato la convocazione della seduta straordinaria dell’assise civica, incentrata sulla ratifica dell’intesa tra Comune e Direzione marittima per la Valutazione ambientale strategica (Vas) del piano regolatore portuale. Secondo Roberto De Camillis e i due vice Fausto Di Nisio e Adele Caroli, non ci sarebbe nessun elemento di urgenza tale da spingere consiglieri, sindaco e assessori a riunirsi in piena campagna elettorale. Una decisione che condanna marineria e operatori commerciali a una nuova agonia, poiché di fatto allunga ulteriormente l’iter necessario all’adozione del piano regolatore portuale. «Non lavoro da tre anni e adesso mi vengono a dire che questo intervento non è urgente?», si scalda Gianni Leardi, uno dei portuali rimasti beffati dall’inattesa decisione di bloccare la seduta straordinaria del consiglio comunale. Leardi, assieme al pilota del porto Leonardo Costagliola, è stato convocato in tutta fretta ieri pomeriggio in municipio per prendere parte a una conferenza stampa organizzata dal sindaco Luigi Albore Mascia. All’incontro hanno partecipato anche l’assessore Gianni D’Intino, i consiglieri Lorenzo Sospiri e Armando Foschi e il dirigente Fabrizio Trisi. «Ci sono voluti 15 mesi per ottenere la firma della Vas dalla Regione», si rammarica il sindaco Mascia parlando di «un’opposizione pregiudiziale» e facendo leva sul senso di responsabilità di tutti i consiglieri. «Qualcuno ha giocato su un equivoco», spiega Albore Mascia, «in questa fase il consiglio non deve approvare il piano regolatore portuale, ma bisogna soltanto ratificare un’intesa per consentire l’invio del faldone al consiglio superiore dei lavori pubblici, in modo che continui il suo percorso senza che ci siano altre perdite di tempo. A fronte dei 13 milioni di euro spesi per un dragaggio temporaneo che non rappresenta alcuna garanzia», prosegue il sindaco Mascia, «e di fronte al rischio di una nuova esondazione del fiume, riteniamo che l’urgenza ci sia eccome». Il parere negativo dell’ufficio di presidenza arriva a pochi giorni dalla conferenza dei capigruppo che, invece, si era espressa a favore della convocazione della seduta straordinaria, con l’eccezione del voto contrario di Fausto Di Nisio (Sel) e con l’astensione di Adele Caroli (indipendente). Un precedente finora unico. L’ok al consiglio è arrivato anche dal candidato del centrosinistra Marco Alesandrini, che ora deve fare i conti con una spaccatura nella sua coalizione. «Quello del porto è un problema importante e di spessore», ha precisato De Camillis, «ma non è il caso parlarne in questo momento della vita amministrativa, poiché si rischia di trasformare l’aula in una maxi tribuna elettorale». A rispondergli è Armando Foschi: «Avevamo proposto una seduta a porte chiuse per evitare la passerella elettorale, ma anche questa ipotesi è stata scartata». «Giocare allo sfascio non conviene a nessuno», ribadisce Sospiri, «tra l’altro il prg non è una nostra invenzione, ma lo abbiamo ereditato dal centrosinistra di Del Turco e D’Alfonso». La marineria, di tutta risposta, ha già convocato un’assemblea sabato mattina alle 10 per fare il punto dei vari problemi e per organizzare «una manifestazione di protesta eclatante».

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