CHIETI «Non una rivoluzione, ma una vera evoluzione politica». Con questo slogan di lancio ieri pomeriggio il Movimento 5 stelle abruzzese è sceso in campo anche allo Scalo, di fronte a circa 500 spettatori che hanno affollato piazzale Marconi nel tardo pomeriggio. Continua il tour dei pentastellati dal nome “Revolution Abruzzo”. E i grillini mettono in bilancio un altro successo di pubblico dopo il recente bagno di folla in piazza Gian Battista Vico nel centro storico che ha fatto tanto tuonare sui social network i due schieramenti opposti che, al contrario, in città non riescono più a riempire nemmeno i saloni dei locali. Ma non è tutto. Perché fenomeno del momento anche a Chieti grazie ad un'ottima presa sui giovani, ieri in molti attorno al palco allestito per i tre ospiti grillini, il Movimento 5 stelle ha dato voce durante le quasi due ore di comizio alla piccola economia rappresentata dai tanti imprenditori locali e commercianti che, pur di esserci, hanno chiuso con anticipo la propria attività. Immancabili poi i curiosi a passeggio nella piazza quasi in un moto circolare. E se da un lato la candidata a governatore regionale Sara Marcozzi si è un po' limitata a introdurre gli argomenti e i due ospiti, parlando di un Abruzzo che necessita di un vero cambiamento a causa della troppa politica «che ha dato alla nostra regione solo brutte figure a livello nazionale», gli altri due interventi, più corposi nella durata e nei dati messi a fuoco, hanno dato al pubblico scalino uno spaccato dell'Italia grillina e illustrato quale strada il Movimento intende continuare a percorrere senza compromessi. Luigi Di Maio (vice presidente della Camera dei deputati) ha coinvolto i presenti con i numeri delle promesse portate a termine dai candidati 5 stelle eletti in Italia, additando, per fare esempi, verso i volti presenti sui manifesti elettorali di Chieti la causa di una politica che in Italia continua a proporre un becero clientelismo con scese in campo di soliti noti solo al richiamo della sirena delle candidature. Più imprenditoriale, invece, il colloquio del veneto Mattia Fantinati (commissione alle attività produttive, commercio e turismo) con il pubblico di Chieti. «Vogliamo dimostrare anche ai chietini che essere onesti, liberi e non implicati con altri», ha commentato Fantinati, «è una certezza che porta lavoro, benessere e i risultati si vedono». E poi focus sul made in Italy, sempre più in estinzione, argomento che ha infiammato le prime file in cui erano presenti anche commercianti molti dei quali travolti dalla crisi, hanno dichiarato di essere prossimi alla chiusura. «Il made in Italy ce lo stanno portando via», ha poi concluso. «Il polo industriale di Shanghai domani lo facciamo ovunque, ma il nostro prodotto d'eccellenza se scompare non lo facciamo più».