È passata in commissione consiliare Territorio la delibera riguardante l’allungamento della pista dello scalo dei Parchi e l’annessione al sedime aeroportuale, con contestuale variante di destinazione d’uso da agricola a attrezzature tecniche, di circa 2 ettari di terreni. La maggioranza è risultata piuttosto compatta. Ha votato sì anche il presidente della commissione Enrico Perilli, mentre Antonello Bernardi del Pd si è astenuto. Contrari Ettore di Cesare di Appello per L’Aquila ed Emanuele Imprudente di L’Aquila città aperta, soprattutto alla «variante mascherata» dei terreni da annettere. Una variante implicita al Prg che si estrinseca attraverso un progetto e non passa, come ha sottolineato il consigliere Pierluigi Properzi, attraverso le normative standard che contemplano fra le altre cose, le procedure di trasparenza per i consiglieri comunali. Giustino Masciocco di Sel ha ipotizzato che in aula possa essere inserito un emendamento che specifichi l’obbligo di portare in consiglio comunale ogni tipo di opera edificatoria all’interno del nuovo perimetro dello scalo. Una proposta che ha visto favorevole anche l’assessore comunale con delega allo Scalo, Emanuela Iorio. Di Cesare ha rilevato ancora una volta che è «una menzogna dire che lo scalo non costi un euro al Comune» ricordando i diecimila euro spesi per il volo inaugurale e gli 86 mila previsti dalla nuova delibera per l’allungamento della pista; costi che invece avrebbe dovuto sostenere il gestore. Per il Comune si tratta invece di opere strutturali che la convenzione assegna all’ente e non alla Xpress. All’assessore è stata chiesta chiarezza sulle future opere dello scalo. «Nella convenzione è esplicitato che il soggetto sviluppi progetti non aviation - ha specificato la Iorio - In ogni caso ogni opera da realizzare dovrà essere concertata dal gestore con il Comune e con la città».
Ma c’è di più: l’ingegner Mario Corridore del Comune ha aggiunto che «tutte le migliorie proposte dal gestore dovranno essere approvate dal consiglio comunale e inoltre dopo 20 anni diventeranno di proprietà del Comune. Dovrà essere presentato un piano di ammortamento delle opere che dovrà essere concordato con l’amministrazione».