L’AQUILA «Il gioco si fa serio perché in ballo c’è il futuro di questo territorio. Sulle Fontari io andrò avanti e se c’è chi, per motivi politici o clientelari, non si riconosce nel programma di governo, tra l’altro elaborato attraverso assemblee pubbliche, dica chiaramente alla città che sta lavorando per bloccare lo sviluppo turistico del nostro territorio». Il sindaco Massimo Cialente non ci sta a lasciare campo libero «a chi, con le minacce di esposti e ricorsi, ha finora imposto un modello di turismo che ha prodotto solo lo spopolamento dei centri montani». Anzi, passa al contrattacco annunciando una citazione per danni nei confronti «di chi lavorerà, attraverso ricorsi ed esposti, per bloccare l’avvio dei lavori. Stiamo parlando di progetti che molti di quei sedicenti ambientalisti non hanno neppure visto. Di cose che non conoscono. Se non riusciremo a fare la nuova seggiovia salterà tutto il piano con Invitalia. La stagione non potrà ripartire e non resterà altro da fare che licenziare i dipendenti del Centro turistico, che a quel punto dovrà chiudere i battenti con conseguenze gravissime anche per il comprensorio di Assergi. Ci ritroveremo a dover fare i conti con un danno di svariati milioni di euro e con la fine del progetto. Una cosa inaccettabile. Ragione per la quale», insiste il sindaco, «non resteremo a guardare. Promuoveremo azioni risarcitorie nei confronti di chi, firmando esposti e ricorsi, procherà un danno economico e d’immagine al Comune. Già molti avvocati ci hanno offerto, in tal senso, il patrocinio gratuito. E promuoverò un referendum perché sia la gente ad esprimersi su alcuni punti fondamentali del piano strategico del Comune. Basta dar voce ai pochi soliti noti che non rappresentano nulla e nessuno. È arrivato il momento che in questa città ci si conti, perché siamo stanchi dei salotti dove c’è chi spettagola senza mai uscire allo scoperto». Poi l’affondo sugli ambientalisti arrivati da fuori. «Vengono qui a parlare di cose che non conoscono, mentre farebbero bene a organizzare convegni sugli scandali veri accaduti in Abruzzo: Bussi per citarne solo uno. Qui abbiamo fatto studi anche per l’illuminazione a freddo della funivia e c’è intesa con il Parco su tutto ciò che andremo a realizzare. Non accetto più che si possa mettere in ombra l’operato del Comune o che qualcuno ci definisca dei vandali . È un vero insulto e chi si è lanciato su questa strada dovrà essere pronto a subire le conseguenze. Basta con questa gente, la città ha altro di cui occuparsi. Ora c’è da lavorare su un progetto strategico in grado di proiettare L’Aquila tra le migliori città italiane ed europee. Cosa certa è che il nostro modello per lo sviluppo turistico è il Trentino». Tornando poi all’aspetto politico, per Cialente non si sta realizzando nulla di nuovo rispetto al programma di mandato. «Qualcuno è in cerca di pretesti, per fare evidentemente altro, senza capire che la musica è finita»
Enrico Perilli (Rifondazione comunista): deve essere ripensato il modello di sviluppo turistico
Ma la maggioranza non è compatta
L’AQUILA Il progetto per la realizzazione della nuova seggiovia delle Fontari spacca anche la maggioranza. Dopo le contestazioni degli ambientalisti, pronti a ricorrere alla magistratura, arriva il no del capogruppo di Rifondazione comunista Enrico Perilli, che presiede la commissione Ambiente e territorio. Perilli interviene affiancato dall’ambientalista ed ex-vicepresidente del Parco Gran Sasso-Monti della Laga Giovanni Cialone e boccia il nuovo tracciato degli impianti, sollecitando un modello turistico sull’arco dei 365 giorni. «In merito alle polemiche di questi giorni sul convegno svolto a Campo Imperatore, promosso dal cartello "EmergenzAmbiente Abruzzo 2014”, occorre innanzitutto smentire» dicono Perilli e Cialone «le voci veicolate da alcune organizzazioni sindacali, secondo cui quest'iniziativa sarebbe stata animata da ambientalisti non aquilani. Affermazione che denota la doppiezza culturale e la mancanza di informazioni di chi le sostiene. Va reso noto» sottolineano «che la nuova seggiovia delle Fontari prevista dall'atto deliberativo per il rilancio dello sviluppo turistico del Gran Sasso non andrà a sostituire la precedente, ma occuperà una nuova posizione, sorvolando orto botanico e strada di accesso all'albergo, con vari ordini di problemi: in primis di sicurezza per utenti e operatori della montagna, come ad esempio il crollo di valanghe. Poi paesaggistici e ambientali, per l'impatto sulla vegetazione. Infine urbanistici: ancora nessuno ha chiarito se quell'area ricada o meno all'interno del piano d'area. In caso negativo sarebbe necessaria una variante al piano paesistico regionale i cui tempi sono lunghissimi». Perilli e Cialone illustrano la loro strategia alternativa: «Non ci si rende conto che, al di là del numero delle piste e degli impianti che si andranno a creare, i giorni di apertura ed utilizzo della stazione sciistica sono molto limitati, non superando di norma i 40. E' invece necessario pensare un modello turistico sull'arco dei 365 giorni. Numerose proposte potrebbero essere avanzate, ad esempio, per quanto riguarda il turismo legato all'escursionismo, si potrebbero recuperare tutti i rifugi esistenti sul massiccio e collegarli con una rete di sentieri, si potrebbero riforestare ampie zone del parco, prevedendo l'utilizzo di fondi per le varie cooperative che svolgono questo lavoro». Non manca infine l’affondo politico: «La verità è che il Pd e il centrodestra» concludono Perilli e Cialone «da anni si impiccano al pensiero unico dello sci, senza avere una visione d'insieme che allo sci aggiunga anche altro». Il piano industriale del Centro Turistico del Gran Sasso è stato approvato dal consiglio comunale, dopo lunga e accesa discussione e senza il voto della minoranza, lo scorso 20 marzo, appena in tempo per predisporre il bando di gara per la sostituzione della seggiovia delle Fontari. Nelle intenzioni del sindaco Massimo Cialente, i nuovi impianti dovranno essere pronti per la prossima stagione invernale. Il Comune dispone dei primi 9 milioni di euro necessari per far partire il piano di rilancio della montagna aquilana, ma Cialente spera di portare a casa in tutto 30 milioni. L’attuale seggiovia delle Fontari viene considerata obsoleta e spesso si sono verificati malfunzionamenti e incidenti: l'ultimo lo scorso 8 febbraio, con una settantina di sciatori che sono rimasti sospesi nel vuoto per un'ora a causa della rottura di una parte meccanica dell'impianto.