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Pescara, 24/11/2024
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08/05/2014
Il Tempo d'Abruzzo
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D’Alfonso tira fuori i suoi numeri «In undici sondaggi batto tutti». Sanità, trasporti, infrastrutture e servizi i cavalli di battaglia |
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PESCARA Assediato da magistratura e avversari, Luciano D'Alfonso fatica a rispondere per le rime. Poi, però, di fronte alla prova muscolare di Gianni Chiodi, non può fare a meno di fare il Luciano Ovunque. Il presidente uscente lo vede nervoso, insicuro e lui che fa? «Intanto non è vero e inoltre questi sono gli argomenti di chi non entra nel merito dei problemi». Ma l'insicurezza cui allude Chiodi si riferisce ai voti, qualcosa di molto concreto. «Sì, ho letto che lui sarebbe in grande recupero, a me undici sondaggi dicono l'esatto contrario, quello di Sky mi dà in media 6 punti percentuali avanti a lui e 12 nei confronti della Marcozzi, quindi...». Sfidare D'Alfonso sui sondaggi è come scavarsi la fossa, lui li tiene sotto controllo giorno per giorno, nulla sfugge. Eppure Chiodi lo ha pizzicato anche su un altro argomento molto concreto, quello della quantità di liste dalfonsiane che non corrisponderebbero a una copiosità di voti. «Guardi, se Chiodi pensa che un solo candidato autorevole di Forza Italia prenderà più voti di due miei liste, è fuori strada completamente. Intanto, non sono liste civetta, come le definisce lui, ma formate da persone ognuna delle quali è portatrice di interessi, valori e consensi». La spiegazione non sembra convincente, allora D'Alfonso precisa meglio il concetto con una punta di veleno: «Per sopravvivere al combattimento elettorale - attacca - il presidente in uscita avrebbe bisogno almeno di altre venti liste per prendere tutti i voti di cui parla». Come dire che i giochi sono fatti? «Non ho detto questo, - aggiunge - dico solo che la previsione, fatta su dati certi, è che la mia coalizione attualmente viaggia fra le 100mila e le 300mila preferenze. Non so se Chiodi può dire altrettanto». Ma basteranno questi voti per tornare in sella dopo cinque anni di penitenza? «Centomila ovviamente non sono sufficienti, ma a quota 300mila c'è la vittoria sicura. E teniamo conto che mancano ancora due settimane piene di campagna elettorale». Ancora una cartolina dedicata a Chiodi sul consenso toccato con mano: «Il presidente in uscita - ripete l'espressione come una formula beneagurante per se stesso - pensa di fare il bis, ma non so a quali numeri si riferisca. Da parte mia ci sono 9mila contatti diretti con persone reali, in carne e ossa, che hanno deciso di condividere il mio progetto. Novemila persone che il 25 maggio faranno da moltiplicatore di voti». Ultime due dediche all'avversario sui temi della sanità e dei trasporti. Il candidato del centrodestra porta il risanamento della sanità come simbolo del buon governo della sua Giunta: «Chiodi dice che l'unico problema è la mobilità passiva. E vi pare poco? Lo sa che la mobilità passiva crea un disavanzo di bilancio di 172 milioni di euro. Chiodi, poi, non dice una parola sulla qualità del servizio sanitario abruzzese che è il più lento in Italia nel dare risposte ai pazienti sulla diagnostica». Quanto ai trasporti, Luciano Ovunque confida una grande preoccupazione: «Io so che dal 27 maggio dovrò mettere mano al bilancio dell'Arpa». Il 27 perché il 26 D'Alfonso ha già preso un altro impegno: «Trascorrerò tutto il giorno ad Atri per pregare sulla tomba di Emilio Mattucci, l'unico vero amministratore lungimirante nella storia della nostra Regione». Che D'Alfonso si senta in una botte di ferro? «Diciamo piuttosto - precisa - che mi sento come uno che ha studiato e si è preparato bene per l'esame di Stato, pronto al vaglio dei professori che per me sono i cittadini abruzzesi». Nemmeno il ritorno a Pescara di Bruno Tabacci per la presentazione della lista di Centro democratico alle Regionali (oggi, ore 18, sala dei marmi della Provincia), lista nella quale figura Giorgio D'Ambrosio che più volte lo ha attaccato, riesce a intaccare l'ottimismo di D'Alfonso: «Tabacci pensi a seminare bene con la sua formazione sul territorio». Come dire che a raccogliere ci penserà lui.
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