CHIETI Un buco da oltre quaranta milioni di euro mette a rischio il futuro di mille dipendenti dell’Arpa, la più importante azienda del trasporto pubblico regionale. I sindacati lanciano l’ennesimo grido d’allarme: anche l’ultimo incontro, che si è tenuto nei giorni scorsi davanti al prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis, è andato a vuoto. «Al termine della riunione, alla quale non hanno partecipato il presidente dell’azienda Cirulli e gli esponenti della Regione – sottolineano i rappresentanti delle sigle sindacali dei trasporti di Fit Cisl, Alessandro Di Naccio, Uilt Uil, Giusppe Murinni e Faisa Cisal, Luciano Lizzi – è emerso il quadro di un'azienda sostanzialmente sana e con elevate potenzialità, che però vacilla per le scelte sugli investimenti e sulla gestione del personale, ma anche per le pretese della politica, che intende costringere l’azienda ad erogare 2 milioni di chilometri di servizi, senza alcuna retribuzione».
Quello dei sindacati è un duro atto d’accusa nei confronti dei vertici pubblici e privati: «Sono state compiute scelte azzardate di politica industriale, che indubbiamente recano responsabilità condivise tra il Cda dell’azienda e la Regione, a partire dai notevoli investimenti sul materiale rotabile e sulle infrastrutture, come l’acquisto del deposito di L’Aquila e Sulmona, effettuati senza avere certezze in merito alle coperture economiche». I sindacati esprimono preoccupazione per le sorti dei lavoratori, ricordano che «soltanto per il blocco delle assunzioni sono stati sprecati circa 700 mila euro in due anni» e invocano scelte immediate e soprattutto, coraggiose. «Mentre la Regione e il Cda dell’Arpa giocano a rimpiattino, il futuro dei lavoratori appare sempre più a rischio – rimarcano Di Naccio, Murinni e Lizzi – Anche nel corso dell’ultimo incontro, abbiamo assistito ad un rimbalzo di responsabilità, da parte della dirigenza dell’Arpa, nei confronti delle competenze regionali, additate tra le cause della crisi». Sul fronte degli organici, è in arrivo una prima boccata d’ossigeno, che i sindacati considerano comunque insufficiente: «La società ha dato la disponibilità a consentire ulteriori trasformazioni di personale part-time in full-time, nel numero di dieci unità, entro i prossimi quindici giorni. È un provvedimento che darà un minimo di respiro agli organici del personale viaggiante, che risultano particolarmente carenti». Il punto centrale delle richieste di Fit Cisl, Uilt Uil e Faisa Cisal, è il varo di un serio piano industriale, per provare ad invertire la rotta. «Al fine di attuare le norme previste dalla legge di stabilità del 2014, che consentirebbe il ripiano del bilancio dell’Arpa da parte della Regione – sottolineano gli esponenti sindacali - occorre redigere uno specifico piano di impresa». Un piano che anche l’assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra, ha pubblicamente richiesto. «La Regione ha invocato il piano, ma anche sotto questo aspetto abbiamo assistito ad un diverso modo di interpretare le norme, da parte del presidente di Arpa e della direzione Trasporti – mettono in luce i rappresentanti sindacali - Forse, però, si è fatta finalmente chiarezza ed a fine giugno il documento sarà portato in approvazione unitamente al bilancio». Di Naccio, Murinni e Lizzi fanno sapere che la vertenza resta aperta e annunciano nuove ed imminenti iniziative, che vedranno in prima linea i lavoratori, «in quanto il problema economico e finanziario della società continua ad essere del tutto irrisolto, lasciando nell’incertezza la maggiore società del trasporto pubblico abruzzese e producendo pesanti ricadute sul personale, costretto ad effettuare turni estenuanti, a causa della carenza di personale».