PESCARA «Ci vuole veramente coraggio e scarso rispetto verso la popolazione abruzzese chiamata al voto nel dichiarare che i collegamenti ferroviari Pescara-Roma diventeranno improvvisamente rapidi entro le 2h e 30' e con materiale rotabile diverso e più performante». Maurizio Acerbo, candidato di Un’altra Regione, non usa metafore per attaccare la promessa dell’avversario Luciano D’Alfonso che pensa a una velocizzazione del tracciato rotabile verso la capitale (leggi l'articolo). «Gli Etr460 citati da D'Alfonso sono treni che attualmente vengono utilizzati da Trenitalia per servizi a mercato, a rischio d'impresa dunque. Sono classificati come "Frecciabianca" pur trattandosi di materiale rotabile che ha 20 anni d'età. Se Trenitalia dovesse fare un ragionamento e conseguentemente un piano d'impresa così come fa sulle linee di alta velocità, scapperebbe subito e ben volentieri dalla Pescara-Roma; se non lo fa è solo grazie ai soldi pagati dai cittadini abruzzesi (in Abruzzo circa 45 mln di euro per il contratto di servizio 2009-2014 in scadenza)». Il problema sono sempre i costi, sostiene Acerbo. Per l’azienda e poi anche per l’utenza: «Se Trenitalia usasse gli Etr460, perché dal giorno successivo, fattore ancora più condizionante, ci sarebbe una vera e propria fuga dell'utenza dal treno, specie pendolare, dato che contro gli attuali 12,70 € per percorrere l'intera tratta con treno regionale, non basterebbe il doppio per percorrerla con gli ETR460. Le promesse dalfonsiane a cui siamo oramai abituati in questo periodo lasciano il tempo che trovano. Si lavorasse piuttosto ad ottimizzare il collegamento ripristinando alcuni punti di incrocio, alleggerendo l’ingessata normativa di sicurezza del traffico. Magari si riporterebbe i tempi di percorrenza intorno alle 3 ore e sarebbe già tanto».