L’AQUILA Ci sono repliche in relazione alla presa di posizione del presidente uscente della giunta regionale Gianni Chiodi, in relazione agli aiuti di Stato. «Leggo con sorpresa», dice il sindaco Massimo Cialente, «la posizione di Chiodi contro il governo a proposito dell’esclusione dell’Aquila dall’individuazione delle zone in cui è consentito l’aiuto di Stato per l’impresa (107.3C). Si tratta della normativa europea che consente la possibilità di erogazioni a favore di attività economiche oltre il de minimis e cioè senza incorrere nell’infrazione di “aiuti di Stato alle imprese”. Tale provvedimento ha determinato, attraverso una decisione della conferenza Stato-Regione, che alla nostra regione questo regime fosse esteso per un massimo di 250.000 abitanti. Va ricordato che la norma attuale non consente divisioni a macchia di leopardo, ma una zonizzazione aggregata». «Ha fatto benissimo il presidente Chiodi», prosegue Cialente, «a richiedere che per la nostra regione ci fossero un’ulteriore quota di 120mila abitanti in deroga a quanto stabilito e, se fosse vero che in sede di conferenza Stato-Regioni questo non sia stato consentito, sarebbe naturalmente una cosa grave e sicuramente io assocerei la mia protesta a quella di Chiodi. Quello che non si comprende è l’altra affermazione del presidente, secondo la quale, se rimaniamo nell’ambito dei 250mila abitanti, L’Aquila e i Comuni terremotati sarebbero esclusi. Dice testualmente Chiodi: “in quel caso ci troveremmo a escludere la città dell’Aquila dall’area che dovrebbe beneficiare delle risorse”. E perché? Se c’è un’area dove ha senso introdurre tale regime, è proprio l’area del terremoto, giacché questo strumento trova applicazione laddove ci sono investimenti pubblici e in Abruzzo, nei prossimi anni, gli investimenti pubblici si concentreranno proprio qui. Quindi se Chiodi intende continuare la battaglia per allargare il numero di beneficiari per la nostra Regione, ci troverà al suo fianco. Ma in quale territori debbano rientrare i 250.000 è una decisione che dipende dalla Regione. Dunque Chiodi si assuma fino in fondo le sue responsabilità, e decida, a prescindere da quanto sia esteso il numero complessivo, di includere la città dell’Aquila e gli altri comuni terremotati tra coloro che beneficeranno del regime speciale». La lista Tsipras parla di « ennesima schermaglia politica sulla pelle dei cittadini del cratere». «L’Aquila torna “questione nazionale” a ogni consultazione elettorale», si legge nella nota, «argomento per le schermaglie politiche tra centrodestra e centrosinistra che si consumano sulla pelle dei cittadini del cratere. Il presidente Chiodi pone oggi il problema della ripartizione dei fondi per gli aiuti di stato che l’Unione Europea concede alle Regioni o parti di Regione considerate svantaggiate, attraverso incentivi alle imprese. La Regione ha chiesto di sottrarre i 150mila abitanti del cratere sismico dal totale dei 2 milioni e 700mila conteggiati dall’Ue per l’Italia intera, e solo successivamente procedere a ripartire gli aiuti regione per regione. In questo modo il “peso” degli aiuti al cratere sismico, che si trova in una situazione del tutto straordinaria, sarebbe stato ripartito a livello nazionale e non a livello regionale, in un Abruzzo in cui altri territori oltre quello aquilano sono in grave difficoltà e meritano, giustamente, sostegno economico». «La proposta, però», conclude la nota, «è stata bocciata e oggi Chiodi minaccia di escludere la città dell’Aquila dall’area che dovrebbe beneficiare delle risorse. È una sfida politica all’immobilismo del Pd, a partire dalla classe dirigente locale, fino al sottosegretario Legnini e al capo del governo e del partito Renzi. È singolare, però, che la questione esploda in campagna elettorale, pur essendo sul tappeto dal mese di marzo, quando la proposta tecnica fu bocciata».