PESCARA «Il futuro dell’Arpa non è a rischio e i dipendenti dell’azienda vengono regolarmente retribuiti». Parola di Carla Mannetti, dirigente regionale del settore Trasporti, che fornisce la sua verità in merito allo stato di salute della più importante azienda del trasporto pubblico locale. Una replica indiretta agli affondi dei sindacati, che nei giorni scorsi avevano formulato un duro atto d’accusa nei confronti di Arpa e Regione, denunciando un buco da quaranta milioni di euro (leggi l'articolo), che metterebbe a repentaglio le sorti dei circa mille dipendenti dell’azienda. Mannetti non nega le difficoltà, ma spiega che il quadro finanziario della società del trasporto pubblico locale è decisamente meno critico, rispetto a quanto denunciato, con accenti diversi, dalla Filt Cgil da un lato e da Fit Cisl, Uilt Uil e Faisa Cisal dall’altro: «Tutte le aziende riportano crediti e debiti, spesso legati all’effettuazione di investimenti o all’apertura di mutui, ma le perdite effettive, nel caso dell’Arpa, non superano i cinque milioni di euro». Un passivo consistente, ma molto più contenuto di quello prospettato dai sindacati e in larga parte generato da una precisa scelta aziendale, che i rappresentanti dei lavoratori giudicano avventata e inopportuna. «La società ha deciso di rinnovare il parco mezzi, facendo scendere l’età media dei veicoli da venti a undici anni - rimarca Mannetti -. E’ una scelta strategica che si può condividere o meno, ma che l’Arpa ha considerato l’unica possibile per garantire un futuro all’azienda del trasporto pubblico locale».
Per i sindacati, data l’incertezza in merito alle coperture economiche, non si sarebbe dovuto procedere, mentre i vertici societari hanno ritenuto l’acquisto del nuovo materiale rotabile indispensabile per restare competitivi. La Regione si è limitata a prendere atto e adesso prova a far quadrare i conti. Conti che riguardano da vicino anche le condizioni dei lavoratori. Un aspetto, quest’ultimo, rispetto al quale la dirigente del settore Trasporti tiene particolarmente a fare chiarezza: «Soltanto una volta è accaduto che i dipendenti dell’Arpa abbiano percepito lo stipendio con due o tre giorni di ritardo. Non bisogna dimenticare che di questi tempi, in altre regioni, ci sono aziende disastrate, che fanno fatica a tirare avanti e che accumulano enormi ritardi nell’erogazione delle retribuzioni».
Se il quadro non è drammatico, non appare neanche idilliaco e la Regione, in linea con le rivendicazioni dei sindacati, ha già chiesto all’Arpa di presentare un nuovo piano industriale. «Abbiamo iniziato a parlarne nel dicembre scorso, proseguendo il dialogo nei mesi successivi e proprio in questi giorni stiamo tenendo una serie di riunioni che, fino a questo momento, si sono rivelate molto costruttive - spiega la dirigente della Regione -. E’ stato spiegato ai vertici dell’azienda che abbiamo bisogno di un piano industriale chiaro, trasparente ed efficace, che risulterà ulteriormente utile, dal momento che la nuova legislazione in materia ci consente di accantonare una serie di risorse per appianare le perdite». Mannetti invita i rappresentanti dei lavoratori a remare tutti nella stessa direzione: «L’allarmismo rischia soltanto di peggiorare le cose, seminando il panico tra le banche e tra i fornitori. Se invece non ci saranno complicazioni, dal primo gennaio del prossimo anno saremo pronti per ripartire nell’ambito di un quadro di massima limpidezza». I sindacati avevano avanzato altre rimostranze specifiche, legate al blocco delle assunzioni, che costringe i dipendenti a effettuare turni massacranti e straordinari, e alla mancata retribuzione di alcune migliaia di chilometri percorsi dal personale viaggiante. «In assenza di un quadro chiaro sul futuro dell’Arpa, non me la sono sentita di autorizzare nuove assunzioni, che avrebbero generato costi ulteriori a carico dell’azienda - fa sapere Mannetti -. D’altronde, anche la legge nazionale ci impone di decidere in base alle reali esigenze aziendali. Non appena sarà pronto il nuovo piano industriale, però, disporremo di tutti gli elementi necessari - garantisce la dirigente della Regione - e potremo finalmente sbloccare le assunzioni, agendo nel pieno rispetto delle regole». Quanto alle prestazioni non retribuite, Mannetti rivela: «La prassi dei chilometri non contribuiti è sempre stata in voga all’Arpa, anche grazie a una legge regionale di molti anni addietro, sulla quale, per la prima volta dopo tanto tempo, ci siamo presi la briga di mettere mano. Un tempo interveniva la Regione a ripianare, ma oggi la legge non lo consente e il problema si è accentuato in seguito ai tagli effettuati dal Governo nel biennio 2010-2011». La dirigente del settore Trasporti comunque assicura: «La questione sarà affrontata e risolta nell’ambito del nuovo piano industriale». Dopo le repliche e le puntualizzazioni, un messaggio distensivo a tutte le parti in causa. «Questa amministrazione regionale ha dimostrato di tenere molto all’Arpa e intende rendere l’azienda ancora più solida e competitiva - conclude Mannetti -. Nel corso degli ultimi cinque anni, abbiamo cercato di rimettere a posto le cose che non andavano, lavorando sempre nell’interesse del trasporto pubblico, ma per raggiungere gli obiettivi c’è bisogno di un’ampia collaborazione».