SULMONA Sono stati invitati a salire sul treno anche i quattro candidati presidenti della Regione. Nella stazione ferroviaria di Sulmona in carrozza domani mattina potrebbero ritrovarsi, come vecchi amici, Gianni Chiodi, Luciano D'Alfonso, Maurizio Acerbo e Sara Marcozzi, sicuramente sul binario giusto per una giornata tra paesaggi di rara bellezza e natura, centri storici e buona cucina, in viaggio fino a Castel di Sangro. Un viaggio da godere su carrozze storiche, trainate da un'antica locomotiva lungo la linea ferroviaria Sulmona-Carpinone, che torna a vivere. Almeno come linea turistica. E pensare che appena tre anni fa quella linea storica sembrava destinata a diventare residuo da immaginario museo della strada ferrata italiana. Un giorno di lutto parve quel 12 dicembre 2011 che sembrò segnare l'ultimo atto per quello che da trent'anni è stato additato come un «ramo secco». Le difficoltà non sono tutte superate e archiviate.
Ma la gestione che ora passa nelle mani dell'ente Parco Maiella, attraverso una convenzione con Fondazione Fs da firmare proprio oggi, sembra restituire speranze concrete al destino della Transiberiana d'Italia. Sforzi se ne sono fatti per salvare la linea. Sono nate associazioni che da tre anni lottano a difesa di una linea che non può morire, penalizzando un intero territorio e mortificando potenzialità. E a spingere la corsa dei treni sulla linea lunga 128 chilometri che venne inaugurata nel settembre 1897 dovranno essere anche i futuri amministratori regionali. I cittadini che con loro saranno sul treno sono la testimonianza dell'amore per quella strada ferrata e della convinzione che una volta salva quella linea darà i suoi frutti per l'economia turistica del Centro Abruzzo e del Molise. Da qui l'idea del presidente del Parco Maiella, Franco Iezzi, di far tenere a battesimo proprio dai quattro aspiranti presidenti della Regione il viaggio sul treno storico. Il progetto di quella strada su ferro, tra Sulmona e Isernia, risale a quasi 130 anni fa. Era il 1885 quando il Consiglio dei Lavori pubblici approvò la costruzione della linea, tra le più riuscite nella storia dell'ingegneria ferroviaria italiana. Ma già la legge Baccarini del 1879 aveva previsto la costruzione della linea. Impulso decisivo al progetto venne anche dal senatore Giuseppe Andrea Angeloni, originario di Roccaraso, oggi ricordato da una lapide nella stazione di Roccaraso e all'ingresso del palazzo municipale sulmonese. Una storia ultracentenaria da non mandare in soffitta ma da difendere e proseguire. E di Transiberiana parlano ora anche profili facebook. Si chiedeva ieri un ferroviere se «come l'Araba Fenice riuscirà la nostra Transiberiana a risorgere dalle sue ceneri».