ROMA L'accordo tra Alitalia ed Etihad si fa più vicino. La lettera con le proposte della compagnia italiana è partita alla volta di Abu Dhabi. E nei prossimi giorni si capirà se il vettore emiratino deciderà di procedere con l'ultimo step, quello che scatta con la sottoscrizione della lettera d'intenti e che dovrebbe arrivare nell'arco di circa un mese alla definizione dell'accordo. Intanto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti assicura il proprio impegno sul fronte occupazionale, per gestire gli eventuali esuberi, nel caso si aprisse un tavolo su questo tema. La missiva inviata in mattinata dall'ad Gabriele Del Torchio contiene la proposta messa a punto nel corso delle trattative serrate che hanno coinvolto per giorni banche e azionisti. La risposta di Alitalia, secondo quanto si apprende, tiene conto delle richieste ribadite in più occasioni dal vettore degli Emirati Arabi, ma non è una mera accettazione delle condizioni del partner. Nello specifico, sul tema spinoso del debito, ci sarebbe l'accettazione a rinegoziare 565 milioni di debito, di cui 400 milioni con scadenza a breve termine: parte del debito (circa un terzo) verrebbe cancellato, e il resto verrebbe convertito in equity con lo strumento del convertendo a 2-3 anni. Di fronte ai timori di Etihad di doversi accollare le pendenze pregresse della compagnia italiana è stata poi individuata la soluzione della newco, che verrebbe dotata di attività e business, e dove Etihad entrerebbe con il 49% (con un'iniezione di 400 milioni; cui si aggiungerebbero 160 milioni destinati a finanziare altre attività di Alitalia). Nella old Alitalia resterebbero invece debito e contenziosi pregressi, oltre agli eventuali esuberi. Proprio sul tema degli esuberi, invece, la proposta di Alitalia non dovrebbe contenere numeri, ma indicherebbe la disponibilità e l'impegno dei sindacati a trattare per arrivare ad un accordo. Etihad si sarebbe spinta a chiedere fino a 3.000 esuberi, ma la cifra potrebbe essere contenuta entro i 2.000, che andrebbero ad interessare quasi esclusivamente il personale di terra. In ogni caso sulla tematica occupazionale c'è tutto l'impegno del ministro del Lavoro Giuliano Poletti: nel caso in cui «si aprisse un tavolo di confronto sulla gestione di questa opzione, la nostra parte la faremo», ha assicurato il ministro, precisando che nel merito, comunque, bisognerà guardare il Piano di Etihad. Piano che, secondo quanto anticipa Il Messaggero, punta a trasformare Alitalia in «una compagnia a cinque stelle» in cinque anni. Il Piano, arrivato sul tavolo dei soci italiani, prevede sei linee guida per lo sviluppo di Alitalia: le sinergie con Etihad e le compagnie collegate per consentire «guadagni tangibili»; l'integrazione in un network con oltre 95 milioni di passeggeri; la riduzione del corto raggio e il contestuale sviluppo del lungo raggio con il lancio da Fiumicino di 7 nuove rotte in meno di 3 anni; l'ottimizzazione degli slot da Linate; l'incremento del lungo raggio da Malpensa; rilancio del cargo con Malpensa come hup. La strategia di Etihad per Alitalia prevede così un ritorno all'utile della compagnia italiana nel 2017 a 108 milioni e ricavi a 3,7 miliardi tra tre anni.