PESCARA Un occhio al territorio, a partire dalle grandi potenzialità inespresse, e uno all'Europa. Cgil, Cisl e Uil offrono la loro piattaforma programmatica al futuro governo della Regione, partendo dalla priorità più avvertita dal mondo sindacale: il rilancio del lavoro e dell'occupazione. Ricette magiche non ce ne sono e i numeri si conoscono già: otto punti di Pil persi dal 2008; 30mila posti di lavoro in fumo negli ultimi sei anni, cassa integrazione in aumento, esportazioni in forte contrazione dal 2012. I sindacati indicano nel percorso delle riforme la strada per tornare a crescere, da accompagnare con un pacchetto di interventi urgenti per l'occupazione.
Investimenti nei settori produttivi, nei servizi, nel sociale, nell'ambiente e nella cultura, con politiche capaci di attrarre capitali. Per i tre segretari confederali Gianni Di Cesare (Cgil), Maurizio Spina (Cisl) e Roberto Campo (Uil) non ci sono altre strade: «L'Abruzzo ha bisogno di una nuova governance, di grande responsabilità e di una efficace politica riformatrice». Nel documento ai candidati governatore sono illustrate le proposte a partire dal rapporto con l'Europa, dove si sottolinea l'importanza del progetto della Macroregione Adriatica-Ionica e la proposta di inserimento della Civitavecchia-Roma-Abruzzo-Ploce nei corridoi europei. Si punta poi al «sistema di rete» per un nuovo assetto istituzionale del territorio, mentre sul piano delle emergenze ambientali si chiede una svolta nei territori coinvolti da disastri ecologici. Per i sindacati bisogna sviluppare una seconda industria, a respiro europeo, per rendere fruibile il patrimonio naturale e culturale, collegandolo con un'attività turistica ben collegata dai trasporti. Altre proposte: la questione del credito, con "un nuovo modello di banca", della riduzione dei costi della politica, della ricerca come motore di sviluppo e dell'occupazione di qualità. Non ultima la ricostruzione dell'Aquila: dal punto di vista urbanistico, ma anche sotto l'aspetto socio-economico.