Sono le dieci del mattino quando la motrice D343 sbuffa e parte: mezzora di ritardo sul tabellino di marcia per aspettare politici e scattare le ultime foto; ma oggi alla stazione di Sulmona non c’è fretta, perché sul treno storico «il bello del viaggio è viaggiare». L’incedere è lento, il fumo rientra dai finestrini nelle carrozze di terza classe che occupa la testa per questo. A seguire la seconda e la prima e ancora il vagone bar e quello ristorante, tra legno vissuto, prodotti in vetrina e lo sguardo perso nel verde, mentre le rotaie accarezzano paesi arroccati, campanili a festa. La ferrovia Sulmona-Castel di Sangro è tornata così a vivere ieri, dopo oltre due anni dalla chiusura della linea, intervallata da prove generali, ma, finora, senza un vero progetto per il futuro. Resuscitata dalla Fondazione Fs che l’ha scelta come una delle quattro tratte storiche da salvare in Italia e dal Parco nazionale della Majella che sui binari della Sulmona-Carpinone ha grandi progetti. Il treno storico, innanzitutto, che fino a settembre a cadenza quindicinale (e nei periodi di maggiore affluenza settimanale) viaggerà per far scoprire in modo alternativo ai turisti l'Abruzzo più selvaggio: ad ogni stazione punti di ripartenza, con ciaspole, sci, cavalli e joelette (carrozzine per disabili) e poi le fermate nel «nulla», come quella di Campo di Giove-Monte Majella: una banchina tra gli alberi in compagnia del silenzio. «Stiamo trattando con Rfi per la gestione delle stazioni abbandonate - spiega il presidente del Parco, Franco Iezzi - questo binario può essere una risorsa immensa per il turismo del territorio se messo in rete e arricchito di proposte. Come Parco stiamo pensando all’acquisto di velo-rail a pedalata assistita: mezzi di spostamento leggeri e che si possono togliere dai binari, in modo che tutta la linea, con i suoi boschi e i suoi prati, le sue montagne e i suoi sentieri, sia fruibile». «Da oggi parte la scommessa - gli fa eco Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione Fs - abbiamo 300 vetture a disposizione che saranno manotenute a Sulmona, e chiunque può affittarle su questa linea, personalizzando il proprio viaggio. La risposta di oggi è stata sorprendente e se questa è stata la premessa, penso ci siano tutte le carte perché il progetto possa crescere, per questo stiamo concordando con Trenitalia di incrociare le coincidenze da Roma con Sulmona e i treni storici». Al momento resta però fuori il Molise e i binari sono agibili solo per 67 chilometri: «La gestione dei pendolari non è conveniente - continua Cantamessa - anche se una linea diretta Pescara-Napoli con poche fermate intermedie potrebbe funzionare, ma le Regioni devono metterci del loro, noi aspettiamo con fiducia».