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Data: 18/05/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Aiuti europei, L’Aquila trema: a rischio cento milioni

Se la nuova zonizzazione dovesse davvero escludere il cratere sismico dalla misura 107.3C (ex 87.3C) il territorio si troverebbe nella impossibilità di utilizzare il 5% dei fondi per la ricostruzione destinati al rilancio per le attività produttive, che in questa prima fase ammontano a cento milioni di euro. L’allarme è stato lanciato sia dal responsabile Confindustria Ricostruzione, Ezio Rainaldi (con una lettera aperta inviata al presidente Gianni Chiodi) sia dall’ex parlamentare Giovanni Lolli. Quest’ultimo sottolinea che la misura è «un’autorizzazione che l’Europa dà agli stati membri di concedere finanziamenti alle imprese sulla base di risorse e di strumenti che gli stati stessi mettono a disposizione. Questa misura vale quindi solo in quei territori dove sono previsti investimenti pubblici alle attività produttive». «L’unico territorio dove siano previste tali investimenti è il cratere sismico: si tratta della risorse del 5 per cento dei fondi per la ricostruzione che abbiamo conquistato con la legge Barca. Grazie al fatto che la nostra città era inserita nello strumento precedente (87.3C) abbiamo potuto utilizzare quelle risorse per finanziare la nuova azienda del polo elettronico Accord Phoenix o per finanziare la Dompé e la Aventis del polo farmaceutico. Se L’Aquila e il cratere venissero escluse dalla nuova zonizzazione 107.3C non potremo più utilizzare le risorse, che pure abbiamo, del 5 per cento, per attivare nuovi investimenti». La richiesta fatta da Chiodi alla Conferenza Stato-Regioni di ampliare il plafond di abitanti da inserire il cratere sismico non è stata accettata. Lolli tuttavia ribadisce che il presidente «deve decidere che, a prescindere dal limite di abitanti concesso all’Abruzzo, L’Aquila deve stare dentro». Dello stesso avviso Confindustria con la lettera aperta rivolta a Chiodi di Ezio Rainaldi: «Non c’è zonizzazione che tenga - ha sottolineato - riteniamo che l’Abruzzo abbia l’obbligo di definire le aree ex art. 107.3.c tenendo conto degli indicatori che attestino il grado di “debolezza” del territorio e, soprattutto, della disponibilità di strumenti finanziari che possano agire su tali aree: se sarà esclusa dalla zonizzazione l’area del cratere sismico, i fondi stanziati dal Governo per il sostegno delle attività produttive (il 5% delle risorse per la ricostruzione), non potranno essere utilizzati se non in minima parte ed il resto andrà perso». Sulla questione è andata in scena anche una schermaglia fra Pierpaolo Pietrucci (Pd) e Luca Ricciuti (Fi). «Escludere o includere L’Aquila e il cratere è insomma una scelta politica - ricorda Pietrucci - e chi la fa si deve assumere le proprie responsabilità. Non tentare, come prova maldestramente a fare Chiodi, di scaricare le responsabilità altrove». «Sottolineo - spiega Ricciuti - che il governo regionale ha già evidenziato che nella Carta degli aiuti di Stato sono compresi L’Aquila e i comuni del Cratere. Sarebbe auspicabile che tale progetto venisse rafforzato dalle associazioni sindacali, di categoria e dalla comunità tutta».

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