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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/05/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Comuni in ritardo. La prima rata Tasi si paga a settembre. Proroga per chi non decide le aliquote entro il 23 maggio. Solo il 10% ha già deliberato. Allarme Uil sui rincari

ROMA Alla fine la proroga della Tasi è arrivata. Il pagamento della prima rata della Tassa sui servizi indivisibili è stata infatti spostata da giugno a settembre ma solo per quei Comuni che il 23 maggio non avranno ancora deciso quale aliquota applicare, per tutti gli altri si pagherà alla scadenza attuale del 16 giugno. La decisione è stata presa ieri in serata dal governo dopo un incontro tecnico con i Comuni. Si spera così anche di raffreddare la polemica politica. Alle scorse Politiche era l’Imu a tenere banco nei comizi, ora rischia di esserlo la Tasi. In aprile il governo ha varato le modalità di applicazione della nuova imposta, ma ad oggi sono in pochi a sapere quanto dovranno pagare e questo perché solo poco più del 10 per cento dei Comuni ha deliberato su aliquote ed eventuali detrazioni. La maggioranza dei contribuenti, in particolare i proprietari di seconde case, vive nell’incertezza, e nei giorni scorsi si è avanzata l’ipotesi di prorogare la scadenza dei pagamenti. A giustificare le lentezze dei Comuni sono le elezioni comunali, che riguardano oltre 4.000 Municipi. «Quei Consigli comunali - ha ricordato il sindaco di Torino e presidente dell’Anci Piero Fassino - ad aprile erano già sciolti e quindi impossibilitati a deliberare». Anche per questo la legge ha previsto che, in caso di mancata delibera sulle aliquote, i proprietari di prima casa potranno pagare tutto entro il 31 dicembre 2014. Fino ad oggi, secondo uno studio della Uil, sono stati solo 832 comuni (su un totale di 8.092) ad aver deliberato le aliquote Tasi e, di questi 832, solo 513 le hanno pubblicate sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze. I Comuni hanno tempo fino a venerdì 23 maggio per le delibere: troppo poco tempo per pensare di ribaltare la situazione. Inoltre ogni municipio può decidere le aliquote che vuole e declinare le svariate detrazioni a seconda di come intende calmierare l’imposizione tenendo conto dei diversi profili dei contribuenti. Su questo quadro è intervenuta la decisione di ieri del governo che «per venire incontro da un lato alle esigenze determinate dal rinnovo dei consigli comunali, e dall’altro all’esigenza di garantire ai contribuenti certezza sugli adempimenti fiscali» ha prorogato da giugno a settembre il pagamento della prima rata della Tasi per dare più tempo ai Comuni che potranno decidere dopo le elezioni a consigli rinnovati. Resta comunque immutata la complessità di un’imposta che può cambiare da Comune a Comune. Sempre secondo lo studio Uil, i Consigli Comunali degli oltre 8.000 municipi italiani potrebbero partorire un vero e proprio “monstrum” nazionale di 75.000 combinazioni diverse di applicazione dell’imposta. E alla fine il conto della Tasi sulla prima casa, per alcuni Comuni risulterà più salato dell’Imu nonostante le promesse di alleggerimento. A Milano, ad esempio, si pagherà più della vecchia Imu mentre a Roma si pagherà di meno con un trattamento che di fatto rende i contribuenti italiani diseguali. Su questo caos si sono tuffate subito le opposizioni a cominciare dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che bolla il governo di «incapacità» per come ha trattato la vicenda mentre i Pentastellati scelgono la variante: «Sono soltanto dei dilettanti allo sbaraglio».

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