«Avrei voluto concludere in modo di verso questa consiliatura, ma dato che non è stato possibile non posso far altro che augurarvi una buona campagna elettorale». Il presidente Roberto De Camillis ha chiuso con un commiato dal sapore di un «ve l’avevo detto» la seduta straordinaria chiesta e convocata per la ratifica dell’intesa sulla Vas tra Comune e Direzione marittima, atto necessario per trasmettere il Piano regolatore portuale all’esame del Consiglio superiore dei lavori pubblici. La passerella elettorale non c’è dunque stata. Anzi, a dirla tutta il consiglio comunale non si è proprio tenuto perché non è stata dimostrata l’urgenza e l’improrogabilità del tema all’ordine del giorno. Tuttavia ai consiglieri spetterà il gettone extra di presenza per questa seduta-farsa.
Ecco i fatti. In un’aula assediata da esponenti della marineria e M5S, su richiesta di alcuni consiglieri di minoranza il consiglio è stato aperto e subito sospeso per valutare l’effettiva urgenza dell’argomento: passaggio fondamentale perché solo con il timbro d’urgenza la delibera votata avrebbe evitato impugnazioni. Evidentemente la ratifica della Vas urgente non era, come ha sempre sostenuto De Camillis: il segretario comunale ha lasciato la decisione all’aula ma al momento del voto l’opposizione, compreso il capogruppo Pd Moreno Di Pietrantonio, che con il sindaco Albore Mascia era stato tra i primi firmatari della richiesta di convocazione della seduta straordinaria, ha abbandonato l’aula facendo mancare il numero legale. «Ho firmato quel documento perché convinto che il porto sia una priorità per Pescara a prescindere dalla fattibilità di questo consiglio. Nel momento in cui la dirigenza non mette per iscritto che la seduta è valida, però, non ha senso proseguire» ha detto Di Pietrantonio. Ma la sua posizione ha diviso il Pd.
Maurizio Acerbo (Prc) aveva già preparato una raffica di pregiudiziali: «Chiediamo il rinvio della discussione sulla Vas a dopo che i pescaresi avranno scelto i loro nuovi rappresentanti» ha dichiarato, rafforzando la tesi del M5S. Una posizione che ha fatto infuriare Paola Marchegiani (Pd): «Premesso che sono convinta che la ratifica dell’intesa sulla Vas debba essere un semplice atto di giunta, mi fa specie vedere come Acerbo cambi sempre idea, dato che lui stesso tempo fa ha approvato la delibera di indirizzo di piano, e che il sindaco, che pure ha richiesto il consiglio, non abbia letto la delibera e non si sia reso conto che mancavano motivi per un atto urgente e improrogabile». Per il consigliere Fausto Di Nisio, invece, «in aula ha prevalso il senso di vergogna di chi ha appoggiato e promosso la convocazione del consiglio e adesso ognuno, come ho fatto io, dovrebbe rinunciare al gettone».