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Data: 21/05/2014
Testata giornalistica: Il Tempo
La crisi del tpl - Sos da Roma Tpl: 338 esuberi e tagli ai salari

Crediti mai incassati nei confronti di Roma Capitale e Regione Lazio per circa 20 milioni di euro e il taglio annunciato al contratto di servizio per altri 6,8 milioni l’anno. Con queste argomentazioni Roma Tpl Scarl, il consorzio di aziende private che gestisce le linee periferiche del trasporto su gomma a Roma, ha motivato alle sigle sindacali la decisione di avviare nei giorni scorsi le procedure di esubero per 338 dipendenti, sui 1978 totali. Lavoratori che, se non si troverà un accordo alternativo nel giro di qualche settimana, già da metà giugno potrebbero trovarsi disoccupati. A rischio, dunque, ci sono ben 258 autisti, 50 amministrativi, 15 addetti d’esercizio e 15 controllori, ovvero il 17% della forza lavoro, ben più del 10% dei chilometri da percorrere messi in discussione dal Campidoglio. «È una situazione drammatica – afferma Marco Capparelli, segretario della Filt Cgil di Roma e Lazio – anche perché non ci sono i margini di manovra che abbiamo, ad esempio, con gli esuberi di Atac. Non sono previsti ammortizzatori sociali e, oltretutto, abbiamo i giorni contati: se non si deciderà tutto entro poche settimane, i lavoratori verranno licenziati».

Non solo, ma Roma Tpl Scarl ha anche annunciato che, stando così le cose, i dipendenti che resteranno in azienda dovranno rinunciare a una parte del loro salario accessorio, circa 78 euro su stipendi di 1200 euro al mese. «Chiediamo un tavolo immediato con Roma Capitale, Regione Lazio e Atac – continua Capparelli – per cercare di far fronte alla situazione. Tra l’altro, il silenzio delle istituzioni mi spaventa: non possiamo aprire alle privatizzazioni e poi, nei momenti di difficoltà, considerare i lavoratori delle aziende private come fossero di serie b». Con il taglio dei dipendenti, a serio rischio anche una buona parte del servizio periferico e notturno, in forza al consorzio. Al momento, infatti, le 83 linee in servizio percorrono circa 28 milioni di km l’anno, ai quali però dovranno essere sottratti i 2,8 milioni annunciati. Spetterà all’Agenzia per la Mobilità razionalizzare il servizio e capire dove e come tagliare.

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