PESCARA Il fronte era già stato aperto, da Pescara diventerà una crociata. Sulla scia di Porta a Porta, il ritorno di Beppe Grillo in Abruzzo fa rumore per diversi motivi. Il primo, quello più importante, riguarda la battaglia contro Equitalia che sale di livello, poi perchè annuncia che la storia dell’imprenditore pignorato di Montesilvano, Silvio Buttiglione diventerà un caso simbolo («Nessuno toccherà la tua casa»è il titolo); infine perchè a lato della vertenza-Buttiglione parte un’iniziativa che potrebbe avere risvolti clamorosi: una colletta per pagare la casa.
LO SHOW INIZIA ALLE 15.30
Il camper di Grillo si materializza sul piazzale del tribunale intorno alle 15.40 accolto da circa 300 tra attivisti del Movimento Cinque Stelle e curiosi. Ci voglioni almeno venti minuti perchè il leader grillino esca nella ressa del caravan accerchiato e altrettanto perchè riesca a percorrere i cento metri che lo separano dal’entrata numero 8. Urla, cori da stadio, foto, selfie, spinte e incitamenti: meglio e peggio di una superstar. Tra le televisioni si fanno largo le truppe abruzzesi di Grillo guidate dal vicepresidente alla Camera, Di Maio ceh Grillo apostrofa ”il principe”. Ci sono Vacca, Del Grosso, le candidate alla Regione e al Comune di Pescara, Marcozzi e Sabaini, il collega di Montesilvano Anelli. Ma c’è soprattutto la gente comune che lo invoca come un messia per attraversare il mare del bipolarismo acciaccato.
«TI DEVI TRANQUILLIZZARE»
Grillo, camicia a fiorellini e maglia della salute blupoi Del Grosso gli presta un blazer, si fa largo a stento, arriva al primo piano a fatica con la dirigente della polizia, Di Giulio che si danna per coordinare agenti e volontari. C’è bisogno di entrare in aula per raccogliere qualche scampolo di silenzio e ascoltare il colloquio di Grillo con Buttiglione: «Ti devi tranquillizzare, adesso non combatterai più da solo, ci siamo noi. Equitalia è una baraccopoli e il 27 maggio (come gli suggerisce Di Maio, ndr) arriva alla Camera la proposta di legge per l’abolizione dell’ente. Stiamo aprendo un varco. Con te faremo quello che abbiamo fatto in Sicilia e Sardegna, ci siamo messi lì a guardare quelli che acquistavano le aziende di emigrati al dieci per cento del valore». Buttiglione respira ”Con voi mi sento protetto”. Grillo gli chiede a quanto ammonta il suo debito e Buttiglione tentenna: 240 mila euro. «Ma se mi dessero la possibilità e il tempo di vendere la mia casa a prezzi di mercato, io riuscirei a pagare tutto. Se invece deprezzano per me non c’è uscita». Grillo insiste: «Nessuno ti porterà via la casa, adesso ci siamo noi. Equitalia è un baraccone che non sta in piedi sotto il profilo umano, culturale, filosofico ed economico. Sono 8mila dipendenti, 500 milioni di stipendi e su 800 milioni di crediti da riscuotere hanno portato a casa appena il 7/8%».
NESSUN COMPRATORE
Buttiglione respira perchè l’asta è andata deserta, «e se va così è buon segno - continua Grillo - perchè vuol dire che si stanno guardando intorno. Noi veglieremo su tutte le aste, finchè il prezzo scenderà.. Ad ogni udienza scender del 20% e noi saremo lì. Nessuno toccherà la tua casa».
Nel’aula arrivano altri curiosi, il clima ritorna caldo, Grillo prova a spostarsi nella stanza dove si ritirano i giudici. Incontra il curatore: pochi minuti a porte chiuse per ratificare il silenzio delle proposte e per studiare con i suoi pretoriani un barlume diidea che riaprirebbe il cielo nella vita di Buttiglione: «Si potrebbe ipotizzare una colletta, chiedere alla Rete. Però aspettiamo a dirlo alla stampa». Non attende invece la folla che trova anche l’ultimo nascondiglio e ricomincia l’assalto.
«MA SIETE BELLISSIME»
Grillo si fa scudo con le due candidate Marcozzi e Sabatini: «Ma veramente voi due siete candidate? chiede abbracciandole - Ma siete bellissime». E poi giù per la scala, dove lo indirizzano alla ricerca di una via di fuga. Ancora microfoni, ancora dichiarazioni: «Noi saremo lì a ogni udienza in cui calerà il prezzo della casa. Poi quando il prezzo sarà stracciato arriveranno gli amici degli amici per prenderla a due lire. E anche quella volta noi saremo lì per dire no. E magari, gli amici degli amici potremmo essere noi. Una colletta? Perchè no». Il proposito è in piazza, adesso c’è da prendere il largo: si sceglie un ascensore, destinazione seminterrato. Nel labirinto il leader di Cinque Stelle con la frescura trova anche la strada per arrivare al camper. Via d’Annunzio va in tilt dopo cinque minuti. Il comizio serale è dietro l’angolo.
In tanti allo Stadio del Mare. «Io grido? Voi mi superate»
PESCARA Dal salotto di Porta a porta alla piazza di Pescara, ma è un altro Beppe Grillo quello salito ieri sul palco dello Stadio del Mare. Quasi uno show, stile anni Ottanta, dove il comico prevale sul leader del movimento politico a 5 stelle: «Ragazzi ho sentito tutte queste persone che parlavano prima di me. Dicono che sono io il cattivo, ma siete voi che mi fate paura. Avete una grinta pazzesca». L'arena di piazza Primo Maggio è gremita; chi dice 5mila persone, chi molte di più. Ci sarà da lavorare anche per il 118 a causa di una serie di piccoli malori. Grillo sceglie l'approccio dell'uomo dello spettacolo: sale le scalette cantando, passa dal soul al rap con incredibile disinvoltura, scherza sul drone che volteggia sulla sua testa, poi incalza la folla: «Guardate cosa abbiamo fatto due pazzi come io e Casaleggio. Volevamo sostituire i politici con i cittadini, ma oggi non sappiamo più neanche noi dove stiamo andando. Io grido, dico le parolacce, ma voi mi superate». E giù le prime risate: «A Craxi tiravamo le monetine, a questi di oggi dobbiamo tirare il Maalox». Immancabile l'attacco a giornali e tv: «Occhio, vedo le telecamere del Tg1. Dirà che c'è un metro quadro dove non c'era nessuno». Poi su Porta a Porta: «Da Vespa non ho infierito perché finita la ripresa in quei programmi finisce anche la realtà. Era tutto finto in quello studio. Hanno persino le risate registrate di gente morta dieci anni fa». Da una battuta all'altra prima di passare agli argomenti seri: «La sinistra è morta con Berlinguer. Il capitalismo, quello che chiamano il mercato, non prevede la democrazia». E su Ombrina Mare:«Non dobbiamo più permettere a questi fossili di continuare con un'economia fossile».
Gli slogan del leader li avevano consumati quelli che lo avevano preceduto sul palco. Sara Marcozzi, candidata al governo della Regione, incita alla battaglia finale: «Questa è la nostra regione e ce la riprenderemo con piccole cose, come l'abolizione di Equitalia e il reddito di cittadinanza. Non dobbiamo avere paura, sono loro che hanno paura di noi». Assieme ai parlamentari del M5S: Enza Blundo, Andrea Colletti, Giancluca Vacca, Daniele Del Grosso, Gianluca Cataldi, ci sono anche i candidati sindaco di 16 Comuni abruzzesi chiamati al voto: da Pescara a Gissi. Il grande momento elettorale si trasforma in una festa, con musica e testimonianze che si susseguono sul palco, come quello di Andrea Mascitti, il giovane imprenditore che denunciò per corruzione l'assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis. Quando si spengono improvvisamente alcuni lampioni Grillo spara sul sindaco: «Mascia, potevi venire qui invece di startene chiuso nel tuo ufficio». E alla gente: «Accendete tutti i telefonini e gli accendini, facciamo un’anti-Masciata». Ma è già l'ora di imbucare la porta del camper.