Dopo i loro colleghi milanesi, anche i tassisti romani sono pronti a scendere in piazza contro Uber. L’applicazione americana per smartphone, che permette di prenotare in maniera veloce le macchine con conducente, sta gettando nel panico la categoria, dopo essere sbarcata a Milano e a Roma agli inizi di maggio. Nei giorni scorsi, gli operatori del capoluogo meneghino hanno protestato vivacemente in quanto, a loro avviso, verrebbero violate le regole vigenti nel settore e, soprattutto, «legalizzerebbe l’azione degli ncc abusivi». La App permette a chiunque si sia registrato come noleggiatore, aderendo al servizio, di comparire sulla mappa che individua le auto più vicine: l’utente la seleziona, la sceglie e, spesso, ottiene un servizio dal costo non molto superiore a quello di un taxi.
Ora, sull’esempio milanese, anche i tassisti romani potrebbero scendere presto in piazza. «Stiamo valutando se programmare uno sciopero – ha affermato Alessandro Atzeni, coordinatore regionale – strumento che utilizzeremo come extrema ratio. Stiamo ricevendo chiamate da tutta Italia di tassisti preoccupati. Questi servizi innovativi, nello specifico Uber, preoccupano il comparto dei taxi soprattutto per il metodo: reclutare autisti con l’unico requisito richiesto di avere la patente da almeno tre anni e di svolgere il servizio di trasporto pubblico non di linea. Così si violano le norme nazionali e territoriali».
In realtà la base dei tassisti è già sul piede di guerra. L’assemblea sindacale di mercoledì 28 maggio a Fiumicino, indetta in precedenza per altri motivi, potrebbe trasformarsi in una vera e propria dichiarazione di guerra a Uber. Già modificato l’oggetto della riunione: «Soffocati dall’abusivismo, chiamiamo il popolo tassista a raccolta». «È evidente che il tema sarà all’ordine del giorno – assicura Angelo Mele, vicepresidente di Assodemoscoop – Uber è un’applicazione fuori legge. È come se qualcuno fondasse una banca senza chiedere autorizzazione alla Banca d’Italia. Oltretutto, è un sistema che danneggia non solo noi, ma anche gli Ncc regolari, che si vedono la concorrenza di chiunque abbia un’auto a disposizione».
Giorni piuttosto caldi anche sui social network e sui forum. Sul gruppo Facebook «Noi Tassisti Roma» le dichiarazioni di guerra si sprecano. «Siamo tutti con voi», scrivono i colleghi romani ai meneghini nei giorni della protesta, che a loro volta spingono i capitolini: «Muovetevi! Scendete in piazza anche voi, non c’è tempo da perdere!». «Diamoci una mossa, andiamo a protestare», scrive Giuseppe, che poi aggiunge: «Questi arrivano anche a Roma, fermiamoli». Chi cerca di gettare acqua sul fuoco è Loreno Bittarelli. Il presidente nazionale di Uritaxi è fermamente contrario alle proteste di piazza contro Uber. «Gli stiamo facendo una pubblicità gigantesca – sottolinea – Dobbiamo lavorare in via istituzionale, sotto traccia. Fino a qualche giorno fa nessuno sapeva cos’era questa Uber, poi siamo arrivati noi e gli abbiamo dato visibilità. Dico ai colleghi: manteniamo la calma e cerchiamo di affermare i nostri diritti nelle sedi opportune».