PESCARA Diventa un rebus il comizio di chiusura della campagna elettorale di Luciano D’Alfonso perché se il candidato Pd alla presidenza della Regione invita con un messaggio i cittadini a raggiungere venerdì piazza Salotto, quella piazza in realtà non ha ricevuto il via libera per ospitare alcun politico. Colpa del sindaco o il Pd ostenta sicurezze? Da parecchi giorni D’Alfonso sta chiamando a raccolta i cittadini in piazza Salotto per raccontare «il futuro dei prossimi cinque anni della regione» sorvolando, come invece avevano fatto notare i “suoi” in prefettura – tra cui il consigliere comunale del Pd Enzo Del Vecchio – che per avere quella piazza occorre un’autorizzazione che estenda la nota del sindaco Luigi Albore Mascia che il 7 maggio ha indicato le quattro piazze disponibili per i politici: piazza Garibaldi, piazza della Repubblica, piazza Unione e piazza Primo Maggio-Largo Mediterraneo dove ieri è arrivato Beppe Grillo e domenica scorsa Giorgia Meloni. «Ho escluso piazza Salotto perché c’erano già delle attività programmate, ma sto riflettendo se concederla per i comizi», dice il sindaco perché nel momento in cui in piazza Unione c’è un cantiere, «potrei anche scrivere al prefetto e decidere, in base alle richieste, se concedere piazza Salotto. Nel caso ci fossero più richieste, si estrarrebbe a sorte come prevede il regolamento». Così, è dall’avversario Mascia che potrebbe arrivare un gesto di fair-play al partito concorrente, non un aiutino all’eterno nemico, ma «un provvedimento di sana amministrazione non riferito al caso specifico», come preferisce chiamarlo Mascia a cui ribatte Del Vecchio: «Colpa del sindaco, ha sempre detto no e no alla piazza». Dove chiuderà la campagna elettorale D’Alfonso? Se il candidato alla presidenza della Regione, come fa a sapere attraverso un messaggio, è sicuro che l’appuntamento finale sarà in piazza Salotto, il Pd è ancora in un limbo, in attesa che il sindaco sciolga la riserva e decida di scrivere al prefetto Vincenzo D’Antuono per estendere la sua nota iniziale. Nella seduta dell’8 maggio in prefettura, a perorare la causa, c’erano sia Del Vecchio sia l’ex braccio destro di D’Alfonso Guido Dezio tornato da tempo a lavorare in Comune. Il funzionario e il consigliere, a conoscenza quindi dell’esclusione di piazza Salotto dagli spazi per i comizi, hanno chiesto al prefetto «di integrare la nota del sindaco anche con piazza della Rinascita, tenuto conto delle esigenze di ordine pubblico». A decidere dovrà essere il sindaco Mascia che, ieri, ha detto che valuterà «se modificare il provvedimento e scrivere al prefetto» tra i mugugni, comunque, di Del Vecchio che chiosa: «Abbiamo chiesto piazza Salotto perché ci aspettiamo un’elevatissima affluenza. Se il buon senso vuol tornare a impossessarsi di palazzo di città, allora il sindaco ci concederà la piazza».