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Pescara, 24/11/2024
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Data: 21/05/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Presidente arrestato, choc in Campania. È accusato di pressioni per far rimuovere dirigenti della Asl di Caserta e nominare vertici di propria fiducia. Ai domiciliari il leader del Consiglio regionale, in lista con Ncd alle europee. Alfano: era meglio dopo le elezioni

NAPOLI Alle 7 di ieri mattina uno squillo al citofono dell’abitazione di Capua del presidente del Consiglio regionale Paolo Romano interrompe bruscamente la sua campagna elettorale per il Parlamento Europeo. Sono i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Caserta, guidata dal colonnello Verrocchi. Recano un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di S. Maria Capua Vetere Sergio Enea, su richiesta del pm Gennaro Damiano. Arresti domiciliari con l’accusa di tentata concussione nei confronti del direttore generale dell’Asl di Caserta, Paolo Menduni. Romano avrebbe «per lungo tempo abusato della sua qualità pubblica, esercitando in particolare indebite pressioni politiche e minacce per costringere Menduni a nominare persone di sua fiducia quali direttore sanitario e amministrativo dell’Asl di Caserta, nonché al vertice del distretto sanitario di Capua».
I RISCONTRI
Proprio una denuncia di Menduni ha avviato le indagini, poi i riscontri della Procura diretta da Corrado Lembo, le intercettazioni, le dichiarazioni di dipendenti Asl. Nell’inchiesta ci sono anche tre indagati a piede libero per i quali il gip non ha ritenuto opportuno far scattare misure cautelari: ossia Eduardo Giordano consigliere regionale eletto per l’Idv e ora nel Nuovo centro destra, l’avvocato di Aversa Francesco Pecorario, collaboratore e consulente di Giordano e il giornalista di una testata locale, Giuseppe Perrotta. Per questi ultimi il reato contestato e di «indebita induzione a dare o promettere utilità».
Angelino Alfano così ha accolto la notizia: «Chi ha sbagliato paga, ma i giudici potevano aspettare. Avremmo evitato che nell’opinione pubblica ci potesse essere il sospetto di un intervento a tre giorni dal voto».
LE NOMINE
Il coinvolgimento di cronisti della stampa locale farebbe riferimento alla pubblicazione di interviste e servizi sulla gestione della Asl di Caserta che, secondo gli inquirenti, avrebbero avuto come scopo principale quello di esercitare pressioni sul dirigente dell'ente sanitario che si rifiutava di assecondare le sollecitazioni dei politici per le nomine del direttore sanitario e del direttore amministrativo. Nella stessa direzione le presunte pressioni del consigliere regionale Giordano che, insieme a Romano, avrebbe attivato una serie di iniziative contro Menduni che travalicherebbero i limiti dello scontro politico. Tra queste una conferenza stampa nella sede del consiglio regionale della Campania. L’avvocato Francesco Pecorario, invece, è accusato di avere esercitato pressioni su Menduni in favore della moglie, medico dipendente dell’Asl, che era stata dal direttore generale riassegnata al servizio 118, anche dopo aver ottenuto altro incarico per ragioni di salute e famiglia. Gli indagati rigettano in toto le accuse e si dichiarano pronti a chiarire la loro posizione agli inquirenti. La stessa convinzione è stata espressa dall’avvocato Nicola Garofalo, a nome del presidente regionale Paolo Romano.
Nel frattempo, ieri mattina, il manager dell’Asl Menduni si è recato in Procura per conferire con il pm.. Riguardo la voce su possibili dimissioni è stato categorico: «Io in questa vicenda sono parte lesa, non vedo perché dovrei dimettermi».

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