PARIGI Treni nuovi fiammanti, moderni, design, luminosi. E purtroppo spaziosi. Troppo per entrare nelle stazioni. Perfino il ministro dei Trasporti francese ha dovuto ammetterlo: la situazione è «drammaticamente comica». La notizia, rivelata dal settimanale Canard Enchainé, è stata malvolentieri ma totalmente confermata dalle Sncf (le ferrovie dello stato francesi) e Rff (l’ente che gestisce le infrastrutture ferroviarie): i treni interregionali di nuova generazione pronti a entrare in servizio entro il 2016 sono troppo larghi. Pochi centimetri, non più di venti, che però rendono necessario l'allargamento di 1300 piattaforme per un costo totale di 50 milioni di euro, forse «molti di più» come ha assicurato il Canard, secondo il quale ne sono già stati stanziati 80 ma non basteranno per «rifilare» tutte le banchine.
IL MINISTRO
Dopo la prima sorpresa, e la prima ondata di battute su twitter, il ministro Frédéric Cuvillier ha chiesto a Jacques Rapoport, presidente di Rff, e Guillaume Pepy, presidente della Sncf, di «svolgere un’inchiesta interna» per stabilire «il modo in cui le cose sono state decise» e come si sia potuta verificare tale enormità. I treni coinvolti sono 182 convogli Ter Regiolis costruiti dalla francese Alstom e 159 Regio 2N della canadese Bombardier. Bellissimi dentro, blu o rossi, con grandi finestre panoramiche, ma troppo grossi fuori. La colpa sarebbe del tempo che passa. Rff, che ha fornito le dimensioni ai due costruttori, si è infatti basata sulle misure delle infrastrutture ferroviarie effettuate l'ultima volta una trentina di anni fa. Con il tempo, però, le piattaforme di alcune stazioni si sono «assestate», guadagnando qualche centimetro qua e là e avvicinandosi ai binari. «Abbiamo scoperto il problema un po’ troppo tardi - ha ammesso il delegato ai trasporti del consiglio regionale della Provenza - Facciamo mea culpa». Alla Sncf, la prima reazione è stata invece quella di minimizzare. «Dovremmo smussare un quarto delle piattaforme di qualche centimetro, in alcuni casi sarà sufficiente spostare una cabina elettrica che si è venuta a trovare un po' troppo vicina al binario», ha spiegato il portavoce di Rff Christophe Piednoel, prima di lanciarsi in un ardito paragone: «È come se comprate una Ferrari e vi accorgete che non entra perfettamente nel vostro garage perché prima non avevate una Ferrari».
«SUCCEDE»
Il patron di Rff Rapoport ha addirittura negato che sia stata fatta una «cavolata»: «Succede: quando si acquista un veicolo, possono essere necessari lavori di adattamento, è vero per i treni, come è vero per gli aerei o le navi». Per poi giurare che «i lavori costeranno 50 milioni di euro, non uno di più, ovvero l'1 per cento del costo annuale dei lavori di manutenzione». Ma per il Canard Enchainé che ha rivelato la notizia, sarebbero stati stanziati già 80 milioni e «il conto rischia di essere molto più salato». Il giornale non risparmia «quei sapientoni degli ingegneri delle ferrovie non si sono nemmeno dati la briga di andare a verificare le misure sul campo». Il segretario del partito socialista Cambadélis ha parlato di vicenda «allucinante», per una volta d'accordo col capo dell'opposizione Copé che ha evocato una situazione «kafkiana».