PESCARA Il mercoledì da leoni di Mascia, che ha chiuso il cantiere della filovia per motivi di sicurezza, si trasforma in un giovedì da incubo perché con i lavori fermi a latitare è proprio la sicurezza dei ciclisti, dei pedoni e degli automobilisti. Il presidente della Gtm Michele Russo, nel registrare che l’ordinanza del sindaco era arrivata quando la tesatura dei cavi era già stata completata, aveva avvertito che restava un tratto, da via Cavour alle Naiadi, da mettere in sicurezza con la morsettatura dei fili. Ma di questo lavoro ieri non c’era traccia, anzi: pedoni e ciclisti circolavano nel bel mezzo della strada-parco senza alcun intralcio, senza che il tracciato fosse transennato o comunque interdetto. Tracciato che, invece, doveva essere chiuso a doppia mandata proprio perché l'ordinanza parlava espressamente di una sospensione temporanea in attesa della relazione tecnica sui rischi esistenti per la pubblica incolumità. Rischi da scongiurare a causa dei lavori in corso sui ponteggi nelle ore diurne mentre le vie che incrociano la strada-parco erano aperte. Abbiamo percorso più volte l’ex tracciato ferroviario nella parte dedicata alla pista ciclabile e sempre, per tutta la giornata, abbiamo incontrato persone, ciclisti e persino disabili in carrozzella transitare nel tratto dalle Naiadi fino a via Cavour, sotto i cavi ancora da fissare tramite i morsetti, quelli di cui parlava il presidente Russo. Il fatto inquietante è che, dopo l’allarme di Mascia e l’ammonimento di Russo, nulla è stato fatto e che, fin quando non arriverà la sospirata relazione tecnica sui rischi per l’incolumità pubblica, quei cavi e quei fili penderanno come tante spade di Dàmocle sulle teste dei cittadini che continuano ad avventurarsi da quelle parti. Due giorni fa, i tecnici dell’Asl e dell’Ispettorato del lavoro sono stati sul cantiere per acquisire i documenti relativi alla sicurezza degli operai. Ora che il cantiere è fermo, sarebbe il caso che tornassero per verificare se sia normale che metà del tracciato sia stato lasciato aperto senza garantire le condizioni di sicurezza. Intanto, la polemica infuria sia nei confronti della Gtm sia nei riguardi del Comune. Loredana Di Paola, candidata sindaco della lista L’altra Città, attacca il presidente Russo chiedendo: «Perché cominciare con tanta fretta l’elettrificazione parziale, per soli 2,5 chilometri, di un tracciato che finalmente la stessa Gtm riconosce assolutamente inidoneo dal punto di vista strutturale? I risultati dei carotaggi erano ben noti dall’aprile 2012 e sono stati secretati fino ad oggi, con l’assicurazione che il tracciato era stato riconosciuto idoneo per i prossimi 20 anni. La verità inizia a venire a galla. Chi paga ora gli ingenti danni ambientali ed erariali procurati dall’ennesimo episodio di cattiva politica? Qualcuno nella Regione Abruzzo e al Ministero dei Trasporti dovrà assumersi la responsabilità di quest’altro sperpero di denaro pubblico». Mario Sorgentone, presidente dell’associazione Strada parco, mette nel mirino Mascia: «Le giravolte del sindaco sulla filovia sono al limte dell’indecenza: proclama da giorni di voler sospendere i lavori di tesatura dei cavi, ma non compie nessun atto. Consente all’impresa di installare i costosissimi e molto ben remunerati cavi elettrici di rame e, a lavori ultimati, emette ordinanza di sospensione. Quale squallido gioco politico si stia consumando sulle spalle degli ignari cittadini, non è dato per il momento di conoscere, ma lo sgomento è forte».