Come può uno scoglio arginare il mare? In media 20 squadre composte da tre controllori e divisi in cinque macro zone (Eur Fermi, Termini, Grottarossa, Anagnina, Ponte Mammolo). Circa 60 persone (in totale sono 77) che ogni giorno provano a sanzionare l’orda di portoghesi che sale sugli autobus e i tram della Capitale. Solo i più «onesti», però, si prendono la sanzione, ovvero chi fornisce il documento e magari accetta di pagare sul momento. O comunque non scappa appena possibile. Già, perché quando i ragazzi in pettorina rossoblu si accingono a salire sul bus, i «portoghesi» sono già pronti a lanciarsi fuori. «Se qualcuno non fornisce la carta d’identità - raccontano i controllori - siamo costretti a farlo scendere e a chiamare la forza pubblica per farlo identificare. E perdiamo un’ora di lavoro, se va bene».
L’EVASIONE
«L’evasione del ticket vale circa 40 milioni di euro l’anno», ha detto l’assessore capitolino alla Mobilità, Guido Improta, qualche settimana fa. Ma l’impressione è che oltre a non avere risorse, ad oggi Atac non abbia nemmeno gli strumenti adatti per contrastare il fenomeno. In media, ogni squadra fa 25 multe al giorno che, moltiplicate per i 20 team, fanno 500 sanzioni. Quindi al mese dovrebbero essere 15mila e all’anno 180mila. Per un ricavo di 18 milioni di euro annui. Numeri solo ipotizzabili, perché l’azienda dei trasporti non è in grado di fornire una stima precisa. E poi il tutto è molto variabile: c’è chi paga subito, chi alla posta, chi aspetta che gli arrivi la sanzione a casa, ma anche chi fornisce generalità false. «Capita spesso - spiegano i controllori - ed è per questo che se qualcuno non ha il documento siamo obbligati comunque ad accompagnarlo fuori ed a segnalarlo a Polizia o Carabinieri. Accade soprattutto con i rom e i clandestini». Proprio per vedere il fenomeno da vicino, abbiamo passato un turno intero (circa 6 ore) incollati a una delle due squadre che ogni mattina partono da Termini. Viaggiando sui bus della linea 105, che percorre tutta la Casilina fino alla Borghesiana, e sui tram della Prenestina. Una lotta impari. Ad un ritmo di due multe l’ora a testa.
CORRI E TIMBRA
Quando qualcuno viene «pizzicato», c’è da attendere il corollario di giustificazioni, i «non capisco» degli stranieri, la consegna del documento e poi la redazione del verbale. Ci vogliono anche 4-5 minuti per una multa. Con gli abusivi che se le inventano tutte per eludere i controlli. Sul 105, ad esempio, appena salgono i controllori una ragazza cinese corre a timbrare il biglietto. Il verificatore la riprende verbalmente, per poi scoprire, in realtà, che lei e la sua amica avevano un ticket in due. Risultato: multa di 50 euro, che la ragazza paga in contanti. Altrimenti sarebbero state 104,90 euro, 114,20 con l’eventuale spedizione a casa. Proprio in quel momento, il filippino dietro di lei fugge via appena arriva la fermata. La pratica del «corro a convalidare» è molto frequente: ad ogni viaggio, su ogni bus in cui siamo saliti, c’è sempre stato qualcuno rimproverato dai controllori. In questo caso, però, quando il biglietto è valido, spesso si preferisce chiudere un occhio.
SCUSE PIÙ ASSURDE
Se gli stranieri si rifugiano quasi sempre dietro difficoltà linguistiche, gli italiani inventano scuse di tutti i colori. «Ah, io devo pagà la multa? E allora quando er tram se rompe?» ha detto, con tono piuttosto arrabbiato, un ragazzo al controllore sul tram 14, salvo poi arrendersi e fornire il documento. «Ma gli autobus si pagano?», ha invece domandato una signora distinta, fra l’ilarità generale, a uno dei verificatori. L’evergreen, ovviamente, è il solito: «L’abbonamento ce l’ho, ma l’ho dimenticato a casa», buono anche per gli stranieri. In generale non si fa grande resistenza, in molti hanno il tagliando mensile, anche se in tanti non lo compilano con le proprie generalità: vengono costretti a farlo dai controllori, davanti ai loro occhi. Ma c’è anche chi non fa storie, porge il documento e si prende la multa, come accaduto con una studentessa romena sul 105 o signore italiano sul 19. «Avete fatto bene, ma vorrei vedervi più spesso», afferma un’anziana sul tram 14, durante le procedure di controllo e sanzione.
TASK-FORCE
«Il potenziamento del servizio di verifica ha portato, da settembre 2013 a marzo 2014, a incrementare del 16,2% le sanzioni emesse», spiega l’azienda, annunciando che, fra selezioni esterne e spostamenti interni, l’intenzione è quella di raddoppiare il numero dei controllori, portandoli da 77 a 162. In questo caso, almeno la percezione da parte degli utenti dovrebbe migliorare. ìPer noi è importante soprattutto fare prevenzione, educando e non solo sanzionando - spiega il coordinatore della squadra di verificatori che abbiamo seguito nel loro lavoro - È per questo che a volte ci limitiamo a riprendere verbalmente i "furbetti". È una battaglia di civiltà, innanzitutto».