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Pescara, 24/11/2024
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Data: 24/05/2014
Testata giornalistica: Il Centro
1) Chiodi carica i suoi: «Sicuro di vincere». Collegamento video con Berlusconi alla manifestazione di Pescara

PESCARA Forse bastava un telegramma. Perché alla fine Silvio Berlusconi si è manifestato, ha salutato in video i candidati abruzzesi riuniti al Teatro Flaiano per la chiusura della campagna elettorale di Gianni Chiodi, ma ha rischiato di mandare in tilt la manifestazione. Perché subito dopo i saluti, molto sobri e senza aggettivi, a parte il riferimento alla «star del Parlamento» Paola Pelino (ovazione della platea e saluto a 360 gradi della senatrice, in piedi e raggiante in un completo blu molto chic) il Cavaliere, a Milano per la chiusura nazionale di Forza Italia (presente in sala anche Antonio Razzi) si è lanciato in un fluviale e inarrestabile discorso di fine campagna elettorale (trasformata per un lapsus in «campagna pubblicitaria»), tanto che Nazario Pagano, ha dovuto alla fine prendere il coraggio a due mani, silenziarlo e sfumarlo, dopo aver tentato invano di interromperlo («Presidente! Presidente!). Nel frattempo fremeva Raffaele Fitto, capolista alle europee del collegio Sud, che aveva altri appuntamenti; fremeva il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia che doveva correre a inaugurare i lavori di corso Vittorio Emanuele; fremeva lo stesso Pagano per lo slittamento della sua festa di fine campagna all’ex Aurum (già molte le signore eleganti in sala). La lunga impasse causata dal Cavaliere ha però permesso a Chiodi di superare un leggero malessere che lo ha costretto a restare dietro le quinte per una mezz’oretta («Solo un attimo di sbandamento», dirà ai suoi, «c’era troppo caldo, ora sto bene»). Nel suo non lungo intervento, Chiodi si è mostrato molto fiducioso sull’esito del voto: «La campagna elettorale è partita in sordina, ma ora ci siamo rimessi in gioco», ha detto il governatore uscente, «un fatto che ha sorpreso molti ma non me. Siamo certi della vittoria, ma non si faranno feste. Da martedì si torna a lavorare per l’Abruzzo». Chiodi ha ripetuto i temi forti della sua campagna elettorale: il risanamento della sanità, la riduzione del debito, il rigore di alcune scelte («siamo il centrodestra, non possiamo fare i socialisti quando andiamo a governare»), il taglio dei costi della politica («siamo la Regione con i costi più bassi per legge: è un primato che va detto»). È stata naturalmente la sanità il piatto forte del suo discorso. Che Chiodi ha utilizzato anche per attaccare duramente, senza mai citarlo per nome, l’imprenditore della sanità ed editore televisivo Luigi Pierangeli. Nei giorni scorsi Chiodi aveva rifiutato un dibattito a Rete8, accusando l’emittente di essere stato oscurato per anni (la stessa accusa che lanciava Del Turco) e di fare gli interessi dell’imprenditore pescarese (immediata la replica al veleno del direttore di rete8). «Forse non tutti sanno», ha precisato Chiodi, «che in Abruzzo c’è una televisione che in realtà è una clinica privata. Vuoi contestare?» ha aggiunto, «contesta, ma non nasconderti dietro una testata giornalistica. Oggi (le cliniche, ndr.) hanno dovuto sottoscrivere i contratti. Per loro è una lesa maestà, ma chi comanda è il popolo». Molte bandiere in platea, presenti tutti i candidati alle regionali, la senatrice Pelino, il deputato forzista Fabrizio Di Stefano, il candidato abruzzese alle europee, l’ex militare della missione italiana in Afganistan Jonny D’Andrea. In un banchetto era in vendita il libro sul processo Housework in cui è stato coinvolto Luciano D’Alfonso, il diretto avversario di Chiodi. D’Alfonso però non ha avuto l’onore della citazione. Chiodi si (ri)vede già a palazzo Silone. Perché perdere tempo e fiato? Raffaele Fitto intanto promette di tornare la prossima settimana in Abruzzo. Da vincitore naturalmente: «Dobbiamo difendere la nostra storia politica», ha detto il capolista forzista alle europee, «dobbiamo testimoniare una prospettiva politica nella quale dobbiamo manifestare il nostro impegno». Se ne riparlerà il 26. A urne chiuse. A spoglio completato.

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