PESCARA È stata la «velocità» uno dei leit motiv, chissà forse ispirato dal sociologo francese Paul Virilio, che Luciano D’Alfonso, il candidato «governatore» del centrosinistra, ieri sera, salito sul palco alle 22 e 10, ha tratteggiato nella kermesse che ha chiuso la campagna elettorale. Di fronte a circa 3000 persone (i numeri sono della questura di Pescara), D’Alfonso, a piazza Salotto, ha ribadito che la necessità per l’Abruzzo sia in primis quella «di velocizzare il transito delle merci, delle persone e delle idee». Insomma, «la vita deve essere facilitata, passando anche attraverso il ruolo delle imprese, per le quali le attività devono trovare sempre meno ostacoli». Nella serata, che si è aperta con la musica di Mimmo Locasciulli ed Alessandro Haber, l’attore cantante, D’Alfonso ha ribadito le tematiche della sua campagna elettorale. A partire dalla storia della regione. «Alla grandezza del passato», ha ricordato, «che ci ha dati, per esempio, Silvio Spaventa, Melchiorre Delfico e Ignazio Silone, deve corrispondere oggi una vitalità del sistema; alla quale, però, non sempre il volere del potere politico ha corrisposto. Questo potere non è stato all’altezza. Non c’è stata alcuna utilità collettiva e per questo la gente non ha votato negli ultimi anni».
Per tornare alla velocità, l’aspirante presidente della regione ha dapprima aggiunto che un «sistema trova la propria utilità se vi è utilità nelle risposte», e poi ha proseguito citando ancora Spaventa, in riferimento al trasporto su rotaie. «È assurdo che noi abruzzesi abbiamo avuto Spaventa, colui che ha dato un’impronta determinante alla riforma delle linee ferroviarie italiane, e che la nostra regione abbia in questo campo dei problemi». Tra i punti toccati ieri sera da D’Alfonso, anche la salute e il ruolo della regione sul piano internazionale. «La sanità deve tornare a misura di premura; mentre l’Abruzzo dovrà tornare ad essere ambizioso sullo scacchiere europeo. Invece, quello che trovato adesso è la caduta di ogni ambizione». L’impronta che ha promesso di imprimere, qualora domani fosse eletto «governatore», D’Alfonso ieri l’ha annunciata rifacendosi a quella che i politologi chiamano accountability. «Qui si è sempre detto, da parte di chi ha governato, che la responsabilità non era propria nel momento in cui si presentava un problema. Noi invece», ha precisato, «questa responsabilità ce la prendiamo avendo le competenze». La ripartenza dal territorio, ha poi fatto sapere ancora D’Alfonso, «passerà anche attraverso la valorizzazione dei fiume e del mare» . Ma la serata ieri ha vista la presenza, tra gli altri, anche del sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, la deputata Vittoria d’Incecco, il sottosegretario Giovanni Legnini, il candidato sindaco per il centrosinistra, a Pescara, Marco Alessandrini, oltre al presidente della regione Molise, Paolo Di Laura Frattura. Frattura, tra l’altro, ieri ha fatto anche un passo indietro sulla possibile istituzione di un aeroporto nella sua regione. «A noi», ha chiarito, «non interessa avere né un porto, né un aeroporto. Sono due infrastrutture che già le possiede l’Abruzzo». Una proposta a D’Alfonso, che si rifà alla tragedia del terremoto di cinque anni fa, è arrivata da Cialente. «Vorrei che la regione istituisse, per ogni terza domenica di aprile», si è auspicato il sindaco di L’Aquila, «una festa dell’Abruzzo». Per Legnini, inoltre, lo scopo della politica dovrà essere quello di «rendere necessario un ruolo che ridia dignità all'istituzione abruzzese», mentre Alessandrini ha promesso che per Pescara «lavorerà pancia a terra, per ridare slancio alla città».