Casaleggio no, ma tutto M5S è così. Mai incarichi istituzionali»L’insulto del leader: «Il Cavaliere come Riina, manda pizzini»
E si rivolge al padre di Renzi: dica al suo bimbo di andare a casa
ROMA La nuova forchetta che ti dice se hai mangiato troppo. I gabinetti giapponesi che ti fanno le analisi delle urine. Il frigo coreano che ti telefona se è vuoto. E poi «tutti a casa», perché «stravinciamo noi» e l’appello di Beppe Grillo al padre di Renzi perché vada dal suo bambino e gli dica «basta, è finita, andiamo a casa». Un po’ comizio, un po’ spettacolo, un po’ seduta terapeutica con il finale a sorpresa del guru Casaleggio vestito di nero che chiede ai grillini di gridare «Berlinguer! Berlinguer!».
Per la chiusura della campagna elettorale i grillini hanno preparato le cose in grande con decine di torpedoni in arrivo da tutta Italia. Alle sei del pomeriggio Piazza San Giovanni è già piena a metà e soprattutto di giovani, cosa non trascurabile di questi tempi. Tanta gente ma meno di un anno fa. Bandiere, cartelli. «Questo è il voto più politico che possiamo fare, il 25 dobbiamo scegliere un mondo diverso, vinciamo noi, prenderanno una batosta che se la ricorderanno tutta la vita. Grazie a tutti», si congeda il leader. Ha iniziato l’arringa poco prima delle 7 di sera, così «tanto per scaldare la piazza» e poi ha ripreso fino alle 21. «Avevano detto che il nostro movimento sarebbe finito subito, che avremmo fatto la fine dell’Uomo qualunque. Invece ci siamo ancora. Eccoci». Poi la rivendicazione, «...sono un assassino, sono oltre Hitler, tutti gli altri li faremo diventare piccoli effetti collaterali». E un pensiero per il Cavaliere «che come Riina manda i pizzini».
SFIDA AL COLLE
Tra palco e dintorni aria di festa. Un mega-raduno vissuto come l’anti-vigilia della rivoluzione. Nel backstage Casaleggio che si commuove e quasi piange, poco distante il giudice Imposimato. «Se vinciamo lunedì mattina andremo al Quirinale e chiederemo le dimissioni del presidente Giorgio Napolitano, gli italiani che non lo vogliono più», ripete alle tv Alessandro Di Battista.
Al di là delle transenne che separano lo staff dal pubblico, l’ex senatore Elio Lannutti si intrattiene con i militanti. Molte delle sue battaglie sono state riprese e sponsorizzate da Grillo. Il rapporto con l’Idv e con Di Pietro nel frattempo si è incrinato dopo l’inchiesta sui rimborsi elettorali. «Se vincerà Beppe? Succederà che qualcuno molto in altro dovrà preoccuparsi», volge lo sguardo verso il Colle Lannutti, che ha pranzato con Casaleggio ma non vuole svelare niente dell’incontro.
IL CASSINTEGRATO
Grillo intanto presenta un’operaio cassintegrato Fiat, «quella caz... di fabbrica che chiuderà presto». Presentazione tanto diversa, insomma, da certe atmosfere metalmeccaniche, le tute blu derubricate a retorica. Un ragazzo s’inerpica per mostrare alle telecamere il suo cartello («I grillini al governo, i corrotti all’inferno»). E Grillo riprende: «Quando saremo al governo faremo un processino on line, così tanto per divertirci un po’», mima la smorfia di un satiro il leader 5Stelle - gli faremo un po’ di conti in tasca».
WURSTEL
Come da cliché anche l’attacco ai giornalisti indicati puntando un dito, «questi signori delle telecamere che ci sputtanano». In quanto al suo futuro, contrariamente a quanto aveva lasciato intendere in una intervista Casaleggio, l’ex comico non ha intenzione di ricoprire cariche istituzionali, «sono un delinquente, sono un assassino, non farò il ministro».
Nel mirino c’è sempre «l’ebetino» che giovedì pomeriggio era «a piazza del Popolo ma senza il popolo». Poi ci sarebbe l’Europa, in fondo si vota per quello. Grillo urla « Schulz!» e invita tutti a ripeterlo, «Schulz! Schulz». Poi dice lui sarebbe per uscire dall’euro ma Casaleggio non è d’accordo. La gente ride. «Noi siamo il piano B dell’Europa - aggiunge appena il coro si smorza - il capitalismo ha fallito, non prevede la democrazia, apriremo il parlamento europeo come una scatola di wurstel». Altre risate.