PESCARA La Procura della Repubblica ordina per l'ennesima volta la demolizione delle parti abusive del Café Les Paillotes dell’imprenditore Filippo Antonio De Cecco. Scatenando la stizzita reazione e il sarcasmo della proprietà del locale più «in» della riviera pescarese: «La giustizia è davvero il luogo dei misteri - si legge in una nota -. Mentre il Tribunale di Pescara ha avviato un procedimento per stabilire i modi e i limiti tecnici della rimozione di alcuni manufatti del Lido delle Sirene, la Procura ne ha ordinato la demolizione. C'è un pubblico ministero che scavalca il giudice? Sarebbe una vera anomalia». Opera - aggiunge la proprietà - «di un burocrate distratto», che continuerebbe a parlare dell'abbattimento del locale e non piuttosto della «rimozione delle opere realizzate in aggiunta al fabbricato originario» tra il 2001 e il 2006. Oggetto del contendere, dal 2007, è infatti la pizzeria nata accanto allo storico locale e divenuta in breve tempo un punto di riferimento di molti amanti della movida pescarese. Per poter abbattere, o meglio «rimuovere», le parti ritenute abusive dalla giustizia, non sono stati sufficienti più di sette anni, tra indagini e processi. Non è bastato il rigetto in Cassazione del ricorso della De Cecco Portanuova Entertainment e, ancor prima, non erano bastate le condanne inflitte in primo e secondo grado a Filippo Antonio De Cecco (pena detentiva di undici mesi) e al direttore dei lavori Nicola Di Mascio (sei mesi). Il loro reato, stando alla sentenza che ha accolto la tesi dei pm Aldo Aceto prima e Anna Rita Mantini poi, sarebbe stato quello di aver ampliato «Les Paillotes» sfruttando permessi rilasciati per effettuare semplici manutenzioni e per eliminare le barriere architettoniche senza avere il titolo edilizio per farlo e violando così il Piano regolatore. A rimettere tutto in gioco è stato il Comune che, respinta la richiesta di sanatoria avanzata dalla società dell'imprenditore, è stato trascinato di fronte al Tar per quell'atto con cui, il 30 gennaio 2013, concedeva a De Cecco tre mesi per procedere alla demolizione; davanti al Tribunale amministrativo sono arrivati il Ministero e la Soprintendenza dei Beni architettonici cui De Cecco contesta invece il provvedimento di sospensione dell'iter del procediemento relativo alla richiesta di autorizzazione paesaggistica. E proprio quel muro di legno e cemento che ha nascosto il mare alla vista dei pescaresi aveva fatto gridare allo scandalo le associazioni ambientaliste. Sette anni dopo quella vista mare è scomparsa su gran parte del litorale, dove gli stabilimenti balneari hanno aumentato le loro superfici un po’ ovunque. Quella de «Les Paillotes» è però una vicenda di volumetrie e lavori non consentiti dalla legge. Ed è qui che la De Cecco gioca la carta dell’occupazione, ricordando al Comune e alla Procura che «il Cafè, con un fatturato di tre milioni di euro, muove un indotto rilevante a livello locale e dà lavoro a trenta dipendenti in inverno e a circa cento nella stagione estiva, pagando retribuzioni per oltre un milione di euro. Si colpisce così, con ostinazione, una della più importanti aziende turistiche abruzzesi, conosciuta a livello internazionale, mentre la medesima attenzione non viene riservata a diverse persistenti situazioni illegittime, rilevate nel territorio. Tutte queste vicende - prosegue la nota della proprietà facendo chiaro riferimento alla demolizione ordinata dalla Procura della Repubblica - rappresentano un deterrente agli investimenti, da parte di qualsiasi imprenditore, a Pescara e in Abruzzo. Investimenti assolutamente necessari per creare occupazione e per la tanto auspicata ripresa economica». Sul caso il Comune, tramite l'Ufficio tecnico, ha convocato un vertice per mercoledì con l'Avvocatura comunale per esaminare i due provvedimenti, uno della Procura e l'altro del Tar, che appaiono in contraddizione tra loro. Il 20 maggio infatti è arrivata al Comune l’ordinanza di demolizione firmata dal pm Mantini e due giorni dopo il Tar ha accolto l'istanza cautelare di sospensione delle due precedenti ordinanze di demolizione emesse a gennaio dal Comune (l'udienza di merito si terrà il 2 ottobre). Nella riunione di mercoledì - spiegano in Comune - si deciderà il da farsi; una soluzione potrebbe essere quella di proporre un incidente probatorio tra le parti.