PESCARA Siamo all'election day, il giorno della grande abbuffata elettorale per 1.207.271 abruzzesi che oggi saranno chiamati alle urne per le elezioni europee, il voto delle regionali e l'elezione dei sindaci in cento Comuni, di cui cinque con popolazioni superiori ai 15mila abitanti: Pescara, Teramo, Montesilvano, Silvi e Giulianova, che avranno la possibilità di andare al ballottaggio domenica 8 giugno se i candidati sindaci di queste città non dovessero superare al primo turno la quota del 50% più uno dei voti validi.
Per la Regione si decide invece tutto con il voto di oggi, visto che il sistema elettorale dell'Emiciclo non prevede il doppio turno: lo spoglio delle schede inizierà alle 14 di domani, seguito da quello dei Comuni. Dunque, non prima della tarda serata sarà possibile conoscere il verdetto delle urne. Gli elettori di Pescara, Montesilvano e Spoltore saranno tra l'altro chiamati ad uno sforzo suppletivo: il voto per il referendum sulla Grande Pescara. Con un sì o un no sulla scheda sarà possibile votare per l'accorpamento dei tre Comuni o per l'indipendenza delle tre municipalità, come è oggi. Insomma, nei seggi, oltre alla matita, molti elettori si vedranno consegnata una montagna di carta, cosa che potrebbe rallentare sia le operazioni di voto che lo scrutinio delle schede, anche se lo spoglio delle europee inizierà subito, a partire dalle 23 di oggi, immediatamente dopo la chiusura delle oltre 1.600 sezioni.
Grande attesa soprattutto per il voto in Regione dove la sfida è a quattro fra l'uscente Gianni Chiodi, candidato del centrodestra, Luciano D'Alfonso, alfiere del centrosinistra, la rappresentante del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi e il leader di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, che guiderà la lista Un'altra Regione dove sono confluiti anche movimenti e associazioni ambientaliste. Una campagna elettorale lunghissima, estenuante, anche a causa del prolungamento forzato della legislatura. Nel 2008 si votò infatti a dicembre, mentre cinque anni e mezzo dopo siamo quasi a ridosso dell'estate nel nome dell'election day. Tante le incognite del voto in Regione, un po' per il ritorno sulla scena di un personaggio amato ma anche discusso, come D'Alfonso, al quale la lunga stagione dei processi ha sbarrato il passo per cinque anni da ogni competizione elettorale. E un po' per la grande variabile rappresentata dal movimento di Beppe Grillo, che si presenta per la prima volta alle regionali in Abruzzo ma come forza politica a doppia cifra, forte del 26% strappato alle ultime elezioni politiche. L'altra incognita è rappresentata dall'astensione, e nessuno sa dove si fermerà questa volta l'asticella del non voto. Alle regionali del 2008, segnate dalla Sanitopoli che aveva portato in carcere l'ex governatore Ottaviano Del Turco, l'affluenza alle urne fu del 52,98%: quasi un elettore su due restò a casa, anche perché sarebbe stato difficile andare al mare in pieno inverno. Fu una Caporetto per la politica, segnata, trasversalmente, dalle inchieste sulle tangenti legate al mondo della sanità privata. Oggi, almeno una parte di questo elettorato passivo potrebbe essere recuperata, anche per la macchina da guerra messa in campo da alcuni candidati. Grillo ha portato un oceano di folla plaudente sotto lo stadio del mare di Pescara, appena tre giorni fa. D'Alfonso ha cucito attorno a sé il consenso di ben otto liste: Pd, Valore Abruzzo, Abruzzo Facile, Abruzzo Civico, Sel, Italia dei Valori, Psi, Centro democratico, e ha concluso venerdì sera una campagna elettorale lunghissima, estenuante, iniziata più di dieci mesi fa. Chiodi, dopo aver vacillato anche lui per l'inchiesta sui rimborsi facili della Regione, condita da sexgate, ha incassato alla fine il sì di Forza Italia, del Nuovo Centrodestra+Udc, della lista Abruzzo Futuro di Carlo Masci e di Fratelli d'Italia. Il leader del suo partito, Silvio Berlusconi, si è però limitato ad una telefonata di incoraggiamento in video conferenza. Anche questo, un sintomo rivelatore del tempo che passa.