"In queste elezioni europee si debba avere molta attenzione alle proposte avanzate dai diversi schieramenti sulla dimensione sociale dell'Europa. In questi anni di crisi, il modello europeo è stato messo in discussione da scelte di natura liberista, fondate sulla diseguaglianza, e da politiche di cieca austerità che hanno 'tradito' molte delle motivazioni all'origine stessa dell'Europa". E' quanto afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in un'intervista all'agenzia Dire.
Secondo Camusso "le politiche che hanno governato l'Europa non hanno prodotto maggiore unità, non hanno determinato più Europa, ma hanno costretto le istituzioni europee in una dimensione impropria rendendole incapaci di giocare un ruolo autonomo e, in definitiva, di sottostare alle decisioni dei governi nazionali e di essere troppo influenzate da nuove forme di nazionalismi competitivi. Tutto ciò ha avuto come inevitabile conseguenza la messa in un angolo delle istituzioni europee stesse".
Populismi e assenteismo restano però i rischi più grandi. "Negli ultimi tempi imperversa in tutta Europa il vento del populismo. Un vento accompagnato da voci allarmate che denunciano la ritrovata forza di nuove destre, intrise di neonazismo e fondate su logiche razziste e separatiste. Impulsi, questi ultimi, che sono anche frutto delle politiche sbagliate messe in campo in questi anni. Si tratta di quelle politiche di austerità perseguite nel corso degli ultimi sei anni pe rispondere, invano, alla crisi economica e che hanno avuto come solo effetto di portare una gran parte del continente in una delle più profonde recessioni dal dopoguerra a oggi".
La risposta a questo clima è secondo il sindacato di Corso d'Italia è "ritrovare le ragioni fondanti del progetto europeo: la solidarietà e l'eguaglianza. E c'è un solo modo per farlo: partire dalle lavoratrici e dai lavoratori e mettere al centro le ragioni del lavoro".