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Data: 26/05/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Italia, stravince Renzi, Grillo perde consensi. Secondo le proiezioni il Pd intorno al 40%, M5S tra il 22% e il 23%. Forza Italia crolla al 15%. Male Ncd, bene la Lega e la lista Tsipras

ROMA Clamoroso risultato del Pd di Matteo Renzi che secondo le prime proiezioni di diversi istituti sarebbe intorno al 40 per cento contro un Movimento 5 Stelle che arretra intorno al 22 per cento e Forza Italia che precipita al 15 per cento. Il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano resta a rischio di non superare la quota di sbarramento del 4%. Clamoroso sarebbe invece il recupero della Lega che sarebbe al 6,1 per cento. Potrebbe farcela anche la lista di sinistra Tsipras, data poco sopra il 4 per cento. «Se confermato è un risultato straordinario», dice Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd, la prima a commentare i primi numeri, quelli ancora incerti degli exit poll diffusi da La7. «È un grande straordinario risultato di Matteo Renzi», aggiunge di lì a poco Lorenzo Guerini, vice segretario reggente, insistendo che la straordinaria affermazione del partito del premier servirà per completare il cammino delle riforme. I dati delle proiezioni comunque sembrano convergere almeno nelle tendenze generali. Per Swg il Pd è tra il 36,6 e il 38,8. contro il 23,3, 25,3 del M5S. «Sarà una lunga notte», commenta Paola Taverna, l’ex capogruppo M5S alla Camera. ma sul blog cominciano ad affluire i commenti disperati dei militanti grillini. Non solo non c’è stato infatti il temuto sorpasso del M5S sul Pd ma Matteo Renzi ha portato il suo partito oltre ogni più rosea aspettativa, a superare il record del Pd di Walter Veltroni che aveva raggiunto il 32,2% e in elezioni Europee che hanno segnato l’avanzata dei movimenti populisti. «Sono dati che nemmeno la Dc raggiungeva», commentano a largo del Nazareno,dove nella notte è arrivato Matteo Renzi che in tarda serata è partito da Firenze per rientrare a Palazzo Chigi. Il governo esce insomma decisamente rafforzato nonostante sia ancora a rischio il quorum per il Nuovo centrodestra. Certamente Matteo Renzi ha di che festeggiare e la sua strada sembra farsi all’improvviso in discesa. Il successo, già delineato dai primi exit poll ha via via assunto proporzioni storiche. Per i primi Exit poll diffusi da La7 il Pd era infatti al 33 per cento, comunque otto punti in più di quanto aveva portato a casa nelle ultime elezioni politiche guidato da Pier Luigi Bersani. E il temuto sorpasso del Movimento 5 Stelle non c’era comunque. Quanto a Forza Italia, Silvio Berlusconi è stato illuso dai primi dati che collocavano il suo partito intorno al 18%, una sconfitta secca, ma che avrebbe comunque lasciato la possibilità di continuare a contare. Con i dati delle proiezioni, che lo schiacciano al 15 per cento le cose si fanno decisamente più complicate. Certo, se davvero l’ex delfino Angelino Alfano non riuscisse a superare il quorum del 4 per cento, potrebbe almeno dimostrare che nessuno nel centrodestra ha un futuro se lo abbandona. Quanto ai partiti più piccoli non mancano le sorprese. La Lega nella nuova versione di Matteo Salvini avrebbe recuperato consensi, attestandosi oltre il 6 per cento. Tsipras, data per spacciata da quasi tutti i commentatori, avrebbe superato la fatidica soglia di sbarramento. Diversa la sorte di Fratelli d’Italia che invece sarebbe poco sopra il 3 per cento. Se la fotografia fatta alle 24 sarà ripetuta dalla spoglio delle schede dunque Renzi avrà da festeggiare un’investitura che darà benzina al suo governo. Intorno al 40 per cento avrebbe superato nettamente Walter Veltroni che incassò il 33,2. Tradotto in seggi, il successo porterà il Pd ad essere di gran lunga il primo gruppo nel socialdemocratici. Quanto al sistema Paese se le elezioni sono un termometro l’Italia può ancora rivendicare la percentuale di maggior affezione dei cittadini alla politica. Alle 19 aveva votato il 43 per cento degli aventi diritto ma secondo le stime dell’Europarlamento alla fine della festa la quota di elettori si dovrebbe attestare intorno al sessanta per cento, molto al di sopra della media europea. Questo sono elezioni europee ma è inevitabile immaginare una ricaduta italiana del voto. Anche le riforme dovrebbero essere agevolate da una vittoria che in queste proporzioni era stata profetizzata solo dallo stesso premier. Renzi potrà rivendicare sia dentro il suo partito che fuori il successo elettorale e far pesare anche con la minoranza interna la validità della sua linea. E anche nella maggioranza dove tanto Ncd che Scelta civica avevano chiesto di rivedere in parte riforma elettorale e riforma del Senato il peso del Pd e del premier sono destinati a crescere e a zittire eventuali mal di pancia. Soprattutto, da oggi, nessuno, salvo il Pd, potrà minacciare il ricorso alle urne.

Al Nazareno grande entusiasmo. Serracchiani esulta: «Premiata la politica del governo»
Il ministro Boschi: «Un risultato storico»

ROMA «È un risultato straordinario. Un risultato che premia il lavoro del governo e la svolta che abbiamo voluto imprimere con le riforme». Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd, si presenta per prima nella sede del Nazareno per commentare i risultati, exit poll e proiezioni, di una giornata elettorale che riguarda il futuro dell’Europa ma è destinata ad incidere sull’azione del governo. «È un risultato importante anche rispetto alle elezioni europee del 2009 e alle politiche del 2013. Se i dati che abbiamo saranno confermati, il Pd sarebbe il primo partito nel campo dei socialisti e democratici europei» taglia corto la governatrice del Friuli. E il ministro delle riforme, Maria Elena Boschi, è raggiante: «Aspettiamo i risultati finali, se le proiezioni dovessero essere confermate si tratterebbe di un risultato storico per il Pd». Se in casa Pd si canta vittoria per un risultato assolutamente inaspettato, soprattutto dopo una coda di campagna elettorale avvelenata dai continui scambi di insulti tra Renzi e Grillo, in casa 5 Stelle l’umore è nero. La straordinaria vittoria non c’è stata e neppure l’annunciato sorpasso sul Pd. E adesso, nel Movimento, tutti si interrogano su ciò che non ha funzionato. «L’attesa sarà importante. Abbiamo pieno rispetto per le scelte degli elettori e quindi attendiamo i dati» dice intorno alla mezzanotte il senatore dei 5 Stelle, Nicola Morra, che non riesce a nascondere la delusione rispetto a un risultato che è molto al di sotto delle aspettative. Chi invece esulta è il segretario della Lega, Matteo Salvini, che benedice il successo di Marine Le Pen in Francia e si prepara a presentare il conto: «È l’inizio della fine di questa Europa. Ne costruiremo un’altra. Sono molto contento e orgoglioso di aver cominciato a collaborare con Marine già da mesi. A brevissimo ci incontreremo per definire l’alleanza». I più preoccupati sono gli esponenti di Forza Italia che, per la prima volta, si trovano ad occupare il terzo posto e pensano a ricucire con gli ex alleati del Nuovo centrodestra, che non hanno ottenuto il risultato che si aspettavano e a tarda notte ancora non sanno se riusciranno a superare lo sbarramento del 4%. E questa volta, a tendere la mano al partito di Alfano, è Paolo Romani: «Apriamo un laboratorio di centrodestra con Forza Italia come centro aggregatore. Ma, se la Lega si colloca in una posizione anti-euro sarà difficile fare una coalizione».

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