Paolucci: «Il vento delle Europee ci dà buone chanche anche per la Regione»
PESCARA «Ci conto a conquistare Abruzzo o Piemonte. Sarebbe una cosa meravigliosa». Così Beppe Grillo all'uscita dal seggio elettorale. «Ci conto perché abbiamo ottimi candidati e ottime probabilità di vincere». È stato Grillo l’unico ieri a sbilanciarsi sulle regionali abruzzesi (mentre i suoi candidati si sono chiusi nel silenzio in attesa dei dati definitivi). Gli altri esponenti politici abruzzesi hanno preferito commentare gli exit-poll delle europee, senza sbilanciarsi sulle regionali il cui spoglio inizia solo oggi alle 14. Solo Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd azzarda un’analisi più locale: «Lo scorso anno in Abruzzo alle poliche il Movimento 5 Stelle raccolse cinque punti più della media nazionale, il Pd quasi cinque punti in meno. Con la base di partenza delle europee potremmo avere una chance in più per la Regione». Il segretario regionale di Forza Italia Nazario Pagano non commenta il voto ma considera positivamente «l’incremento della partecipazione quando si vota anche per le amministrative e le regionali». Sulle spine gli esponenti degli altri partiti che combattono contro la soglia del 4 per cento a Bruxelles. Nel corso di un dibattito a Rete8 la senatrice Federica Chiavaroli , coordinatrice regionale di Ncd, si è detta certa che il dato delle europee del Nuovo centrodestra (4,5%) sarà migliore a livello regionale e amministrativo (il pensiero era certamente per il risultato di Guerino Testa a Pescara). Per Alfonso Mascitelli (Italia dei Valori) il voto di ieri avrà ripercussioni a livello di governo nazionale, perché la «presenza forte del M5s, impone la necessità in futuro si possa tornare a un voto anche sul governo nazionale». Roberto Petri (Fratelli d’Italia) insiste soprattutto sul segnale antieuropeista che arirva dal voto: «Il 54% dell’elettorato italiano ha una posizione critica sulla gestione europea, e conferma una tendenza di tutta l’Europa dall’estrema destra all’estrema sinistra: le forze euroscettiche dilagano». Cauto Giulio Sottanelli (Scelta civica): «Sapevamo che per Scelta europea sarebbe stato difficile superare il 4%, si siamo battuti perché il Parlamento togliesse lo sbarramento reso già incostituzionale in Germania, ma presto lo diventerà anche in italia, solo questione di tempo». Gianni Melilla (Sel) ha sottolineato l’aspetto «tragico» e negativo nella storia della sinistra, delle divisioni che vanificano la sua forza elettorale.