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Pescara, 24/11/2024
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Data: 26/05/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
L’Emiciclo infiamma l’Abruzzo Oggi il giorno della verità Lo spoglio dalle ore 14 dopo il tour de force delle europee

PESCARA Non ci hanno dormito i quattro candidati presidenti per andare a votare, non a caso Acerbo, Chiodi, D'Alfonso e Marcozzi si sono recati alle urne di buon mattina. Forse avevano paura di trovare la ressa ai seggi e temevano di dover fare la fila: eppure avevano sedici ore filate per votarsi. Comunque, a scanso di equivoci, gli aspiranti governatori non hanno perso tempo imboccando la via delle rispettive sezioni e movimentando la mattinata di presidenti e scrutatori di seggio che altrimenti sarebbe trascorsa in modo sonnolento. Così tutti e quattro si sono tolti il peso subito e dopo si sono potuti dedicare all'interminabile giro nei comitati e all'evolversi delle percentuali. Prima che il sole cominciasse a picchiare, Luciano D'Alfonso (centrosinistra) ha mostrato il faccione nella scuola media Rossetti di Pescara, mentre il suo acerrimo rivale Maurizio Acerbo (Un'altra Regione) si recava alla media Mazzini, sempre a Pescara. Di buon mattino sono andati a votare pure Gianni Chiodi (centrodestra) alla scuola Noè Lucidi di Teramo e Sara Marcozzi (Movimento 5 Stelle) alla Cesari di Chieti. Ma a parte le esigenze dei candidati presidenti, la massa ha preso d'assalto i seggi a metà pomeriggio, dalle 17 in poi. Se la quota di votanti a mezzogiorno non arrivava al 20%, fra le 17 e le 19 si è più che raddoppiata toccando il 45% per un'ulteriore accelerazione delle ultime sei ore che hanno portato il dato conclusivo al 65%. Tredici punti percentuali in più del 2008, quando alle urne si recò solo il 52% degli aventi diritto: a questo proposito, però, bisogna ricordare che allora si votò per la prima volta d'inverno (14 e 15 dicembre) e solo per la Regione. La crescita di partecipazione a questa tornata è fisiologica dal momento che si è tornati alle urne a primavera e soprattutto perché si è votato in cento Comuni abruzzesi. L'Election day, non c'è dubbio, ha riacceso un po' l'interesse dei cittadini a essere protagonisti, ma c'è di più. In Abruzzo, dopo la stagione del risanamento gestita dal centrodestra, era molto sentita l'esigenza di ridare peso e responsabilità maggiori alla politica. La priorità assoluta è accelerare il rilancio economico una volta messa l'emergenza alle spalle. Tredici punti in più rispetto al 2008 sono un ritorno di fiamma incoraggiante in termini di ritrovata passione da parte degli elettori i quali, evidentemente, hanno capito che per chiedere di più alla classe dirigente devono anche dare una legittimazione più forte. E non c'è dubbio che questa inversione di tendenza c'è stata rispetto alle ultime consultazioni nelle quali l'escalation dell'astensionismo sembrava inarrestabile. A livello, nella più grande chiamata al voto, Pescara, è emerso il dato più consistente con il 70,11%. Un dato degno di nota, poi, è che il trend in crescita si è fermato nei confini regionali perché quando si parla di Europa, gli abruzzesi si sono dimostrati tiepidi. L'Europa è lontana dall'Abruzzo più di quanto indichi la carta geografica, tant'è che sono stati molti gli elettori a rifiutare la scheda per il rinnovo del parlamento di Strasburgo in una percentuale che sfiora il -10%. A metà strada fra le due si colloca la partecipazione popolare al referendum consultivo sulla Grande Pescara, promosso da Carlo Costantini, che prevede la fusione dei tre Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore. Tra le curiosità che hanno movimentato la giornata elettorale anche un fiori programma a Ripa Teatina, con la "riapparizione" telefonica di Silvio Berlusconi: l'ex Cavaliere ha chiamato al cellulare il senatore di Forza Italia Antonio Razzi, di scena a Ripa Teatina per un matrimonio. Con Razzi altri esponenti "azzurri", dal coordinatore regionale Nazario Pagano, il sindaco uscente di Pescara Luigi Albore Mascia e anche un giovane esponente del Nuovo centrodestra, Massimo Pastore, consigliere comunale uscente a Pescara. Nel bel mezzo della cena nuziale è squillato il telefonino del baffuto senatore e a chiamare era nientedimeno che lui, il leader di Forza Italia che ha parlato a lungo con lo stesso Razzi, con i politici, con gli sposi e il relativo parentado. Una sorpresona per la fresca coppia e un piacevole siparietto per i forzisti presenti che quest'anno hanno sperato vanamente di salutare l'arrivo di Berlusconi, ma alla fine si sono dovuti accontentare di due apparizioni telefoniche del presidente. Per le altre sorprese, Forza Italia e tutti gli altri partiti dovranno attendere un'altra lunga giornata. E al termine della maratona odierna dall'esercito di candidati alla Regione saranno in pochi a sorridere e in tanti a restare a mani vuote.

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