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Data: 31/05/2014
Testata giornalistica: Il Tempo
Parentopoli Atac. Ecco tutti i nomi. Dal volanle alla scrivania Ecco gli imboscati» dell'Atac assunti prima dell'epoca Alemanno e attualmente imboscati in ufficio. Ci rimettono 320 lavoratori

«Autisti non alla guida». È questa la codifica tutta nuova dell’Atac, l’azienda del trasporto pubblico di Roma Capitale, per "riciclare" dipendenti in mansioni ben diverse da quelle per le quali erano stati assunti. E non solo.

Sarebbero infatti 429 unità, tra addetti alle biglietterie, addetti alle attività ausiliarie, verificatori, autisti e operai, che sono stati dislocati in vari uffici dell’azienda municipalizzata sparsi nella Capitale. La maggior parte di questi, circa duecento, effettuano servizio presso gli uffici di via Silone e sarebbero gli operatori dell’ex Sta, la società voluta dalla giunta Rutelli per la gestione e il controllo delle allora neonate strisce blu. Ma soprattutto, la maggior parte di questi dipendenti hanno una tessera sindacale in tasca.

Una coincidenza, forse, ma che stona, non poco, con l’esiguo numero di controllori in attivo e con il reclutamento praticamente "forzato" di nuovi verificatori. Ovvero di quei 323 esuberi certificati in base alla legge 233 ai quali Atac, e sindacati, hanno posto l’aut aut: part time a stipendio ridotto, oppure sugli autobus a controllare i biglietti, a stipendio invariato. Una sinfonia del tutto stonata nella complessa storia, recente e presente, dell’azienda di trasporto pubblico più grande d’Europa che, paradossalmente, su oltre undicimila dipendenti conta appena 70 controllori.

Secondo indiscrezioni la lista dei 323 esuberi, così come quella forse più delicata dei 25 dirigenti da licenziare, sarebbe composta per la maggior parte da persone assunte dall’azienda durante l’Amministrazione Alemanno, mentre oltre il 90 per cento dei 429 assunti e trasferiti ad altre mansioni risale all’era pre-alemanniana, quando alla guida del Campidoglio c’erano giunte capitoline di centrosinistra.

Questi 429 furono assunti proprio per svolgere le funzioni di verificatori, addetti alle biglietterie, addetti alle attività ausiliarie, e che oggi, invece, se ne restano comodamente seduti in ufficio a fare tutt’altro lavoro.

Ma torniamo alle tessere sindacali che questi lavoratori avrebbero in tasca: nell’80 per cento dei casi apparterrebbero al sindacato Cgil.

Tolti i 212 provenienti dall’ex Sta, si contano poi una cinquantina di dipendenti impegnati o come Rsu o distaccati presso organizzazioni sindacali, poco meno di una ventina risultano invece distaccati presso il Comune.

Tra i casi curiosi, ad esempio, l’"operaio", ovvero quelle persone inquadrate come addetti alle attività ausiliarie che lavorano presso la «gestione grandi contratti» con la mansione di ausiliari generici nella direzione affari legali.

Ma la lista è lunga. Alle decine di operai impiegati nello staff vendite, all’assistenza clientela, nella direzione commerciale alle risorse umane, si aggiunge il personale assunto come autista, distaccato in un secondo momento presso le organizzazioni sindacali e le centrali operative. Tutti, operai e autisti, hanno in comune una comoda postazione in ufficio. La strada, il volante e il traffico restano di competenza di colleghi di certo "meno fortunati".

Ecco i primi centoventi che non rischiano il posto. Domani gli altri.

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