ROMA La fase finale della trattativa tra Alitalia ed Etihad è pronta a decollare. La compagnia degli Emirati Arabi avrebbe sciolto la riserva e accettato di procedere con l’ultimo step, quello che dovrebbe portare entro circa un mese all’accordo, investendo oltre 500 milioni di euro (una parte in aumento di capitale, l’altra in linee di credito) in Alitalia per una quota del 49%. La lettera d’intenti sarebbe infatti pronta ed è quindi scattato il conto alla rovescia: l’arrivo della missiva, secondo fonti di governo, è atteso con molta probabilità oggi. Che lo stallo fosse superato era apparso evidente già i dalle parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che aveva parlato di questione di ore. Riaprendo quindi uno spiraglio dopo quindici giorni di silenzio da parte degli arabi. Ieri a preannunciare possibili sviluppi positivi è anche uno degli azionisti e creditori di Alitalia, Unicredit (terzo socio col 12,99%): «Ci sono voci di una decisione positiva, ma siamo in attesa di una comunicazione formale», ha detto l’ad della banca, Federico Ghizzoni. Nella lettera Etihad fisserà nel dettaglio le prossime tappe per arrivare fino all’accordo vero e proprio. «Siamo nella fase in cui Etihad dichiarerà le sue aspettative», ha spiegato il consigliere delegato di Intesa Carlo Messina. Proprio ad Intesa, insieme alle altre banche creditrici (Unicredit, Mps e Banco Popolare), sono chiesti i sacrifici maggiori. Etihad vuole infatti la rinegoziazione del debito per 565 milioni e il compromesso raggiunto con le banche prevedrebbe la cancellazione per circa un terzo e la conversione in azioni per la fetta restante. Per mettere al riparo Etihad dalla zavorra dei debiti e dei contenziosi pregressi, inoltre, la soluzione indicata nella proposta italiana sarebbe quella di creare una newco (in cui Etihad entrerebbe col 49%) cui affidare business e attività, e lasciando debito e pendenze nella old Alitalia. L’arrivo della missiva consentirà anche di riprendere la delicata trattativa sugli esuberi, la seconda condizione posta dalla compagnia di Abu Dhabi: Etihad ne chiederebbe 3.000 ma si punta a contenerli entro i 2.500-2.600. I sindacati ribadiscono da giorni il loro sostegno all’accordo e l’impegno per raggiungerlo: ieri lo fa il segretario generale dell’Ugl Giovanni Centrella, sottolineando che il suo sindacato sta lavorando con attenzione alla conclusione positiva della vicenda. Anche perché senza intesa, si rischia il tutti a casa: «Se salta sarebbe un suicidio, un harakiri», avverte il leader della Cisl Raffaele Bonanni.