Gentile direttore, ho letto con attenzione l’editoriale a firma di Antonio De Frenza e voglio rassicurarle, sin da ora, che non c’è alcun “silenzio assordante” dai vertici regionali del partito rispetto alla sconfitta elettorale del 25 maggio scorso. E non mi sottraggo alla riflessione pubblica. Gli abruzzesi hanno voluto il cambiamento. Adesso tocca a D'Alfonso, D'Ambrosio e Di Matteo amministrare la Regione Abruzzo, sperando di non trovarci fra qualche mese nelle stesse condizioni di cinque anni fa. La politica, quando è passione, si fa sia al governo che all'opposizione. E noi siamo abituati a rispettare le scelte degli elettori. Oggi l'Abruzzo è finanziariamente più affidabile di cinque anni fa, ha rispettato tutti gli impegni, ha tagliato i carrozzoni e i costi della politica, risanato la sanità, è riuscito persino a diminuire le tasse e non elargisce più fondi a pioggia per la sagra delle fave o della birra con lo spirito clientelare di accalappiare il consenso. La serietà ed i risultati ottenuti, riconosciuti da tutti e dal Governo nazionale, come è evidente, questa volta non hanno pagato in termini elettorali. Si poteva scegliere di votare a novembre? La scelta non è stata mia, bensì di un partito che oggi non c’è più, cioè il Pdl, e del quale io non avevo alcun ruolo nel vertice-politico. La scelta di votare insieme con le Europee e le amministrative, che io ho condiviso, è stata invece spinta da due ragioni: economica (spendere meno) e democratica (favorire la massima partecipazione degli elettori). Senza contare che in quel periodo era in atto nei quadri nazionali la scissione del Pdl e in Abruzzo si animava la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’assessore e amico Luigi De Fanis. Chi sostiene il contrario, con il senno di poi e con le urne aperte, è guidato soltanto da altre logiche politiche, che assumono un contorno polemico e fastidioso in un momento evidentemente poco opportuno, visto che siamo ancora in campagna elettorale per i ballottaggi nei Comuni di Pescara, Teramo e Montesilvano. Peccato che Febbo non l’abbia capito. Perché egli quando sono arrivate le sonore sconfitte nei comuni di Francavilla, Ortona, Lanciano e Vasto non si è dimesso dai suoi incarichi di partito? Al di là delle polemiche che fanno solo male e non lasciano nulla di sano, credo che sia fondamentale, in questo momento, generare il massimo impegno da parte di tutti gli iscritti e simpatizzati di Forza Italia per continuare ad affermare i nostri valori e vincere i ballottaggi. Nella vita, così come in politica, gli errori si fanno e si continueranno a fare. Quando si perde, c’è sempre chi si smarca o cerca i colpevoli per togliersi la casacca del perdente. È nella natura del “piccolo” politico reagire così. Forza Italia ha subìto per la prima volta il giudizio degli elettori e in Abruzzo il partito ha retto: alle europee ha ottenuto il 18,69%; siamo la sesta percentuale regionale migliore registrata da Forza Italia. Quando ho assunto la guida del partito – soltanto due mesi prima dell’avvio della campagna elettorale – ho cercato di aggregare il più possibile, nonostante vi fosse stata una inchiesta giudiziaria che ci aveva azzoppato e disgregati proprio nel momento in cui la coalizione di centrodestra doveva prendere il volo e, non per ultimo, avevamo il vento contrario, con l’avvento inaspettato di Matteo Renzi che ha trasformato il Pd in un comitato elettorale permanente. Voglio ricordare che nel 2005, il centrosinistra del presidente Ottaviano Del Turco ottenne alle elezioni regionali una vittoria straripante con il 57,91% dei consensi contro il 41,21% raggiunto dalla coalizione di centrodestra; un anno dopo la maggioranza di centrosinistra ebbe una profonda crisi politica, due anni dopo ci furono gli arresti per lo scandalo della sanità privata. Per noi oggi si è concluso soltanto un ciclo, piaccia o no, la storia e questa. Ne apriremo un altro. Ora dobbiamo tornare a lavorare tutti insieme, ricostruire la casa dei moderati, con l’obiettivo di tornare ad affermare il nostro buon governo e i valori liberali. Come abbiamo fatto negli ultimi cinque anni.
(*) Coordinatore regionale Fi